E’ sempre un piacere leggere poesie di una certa consistenza, come si suol dire, poesie di qualità. Alberto Accorsi ha inviato alcune liriche ( in verità non molte, tre) alla redazione di Erato “ nella speranza di una vostra futura se pur minima considerazione”. Le tre poesie (poche per avere un quadro esauriente)avevano già una buona figura verbale ed un ritmo. La curiosità ha spinto il sottoscritto a fare una ricerca su internet convinto di trovare qualche suo libro, qualche sua silloge. Invece? Invece ho trovato decine e decine di liriche disseminate qua e là in taluni blog e siti di poesia. Dunque, nessuna pubblicazione del poeta Accorsi, nessuna silloge. Come egli scrive “Nel 2002 è morto mio padre,da allora ,11 anni fa, provo a scrivere, soprattutto poesie, finora inedite”. Non posso tacere l’ammirazione, l’emozione alla lettura di questi versi, un diramato canzoniere di sensazioni brevi e illuminanti in cui il colore, come l’azione, ha una consistenza di estrema armonia naturale e conserva una funzione vitale.Una grande unicità organica sta dietro, dentro la poesia di Accorsi.
Luciano Nota
PICCOLI SIAMO
Arriva da un punto preciso
da nord avanza e riempie di grigio
si fugge è normale
credete che Bosch non l’avesse sognato
il cielo che in salvo ci appare?
quella sfera fantastica d’orizzonti privata?
su un giallo edificio invecchiato
si legge smarriti una scritta… Honhof
eppure è la vecchia stazione dei treni dove al mattino
si comperava il giornale.
ORA CAPISCO
Camminando
lei quasi cade dal vento che soffia
mistral tra le mura arancioni
siamo ad Orange sui gradini
del vetusto teatro
la piccola si appoggia insicura
passo accanto al sogno di Volos
cabina e colorati giochi da spiaggia quando
una strana bianca sabbia si solleva nel parco
ora capisco il vento è sempre lo stesso
di quando tra i campi lei raccoglieva
mazzetti di azzurra lavanda.
GIARDINI
Non c’è giustizia a questo mondo!
girovagando in tondo
con quella iridescente livrea
verdeazzurra d’amore promessa
costretto per campare
a beccare
tra accartocciate foglie secche
mentre la pallina gialla
giace nel centro esatto della piazza.
NIETZSCHE HAUS
Fu quell’autunno che partimmo
per Sils
le sorprese ci furono eccome
per non parlare della neve che
in un manto sottile copriva i sentieri
ci apparve
Saint Moritz Bad che ristava
come un corpo morto
congelato tra una esterrefatta
incredula temporalità
ma come? ci chiedemmo, in questo luogo…
non fu tutto
nel cortile l’aquila di ghiaccio
sulla strada i calessi
con quei cavalli che a Torino
considerò fratelli
e la dimora?
quella, che strano, la dimora più umana
per il pensatore dell’oltre
timide finestre azzurre…
CENTAURA CYANUS
Un giorno o l’altro
rannicchiati
ce ne andremo.
Terremo nei pugni chiusi
le certezze
più care
oppure sorridendo le
lasceremo partire
non sarà certo una tragedia:
nessun Fiordaliso si vede ormai
da tempo
nel campo di grano.
Scenderanno altri dai seggiolini incerti
cadranno e si alzeranno ancora tra stupori ed angosce.
Danzeranno allegri
tra i Pavaperi rossi.
LUCK
Un goccetto di pipì
sulle mutandine chiare?
pazienza stiamo viaggiando…
Forse sarà stata
questa poesia di Carver
É che,
immerso in tanta dolcezza,
…la stavo proprio
sognando.
CALDARROSTE
Me la vorrei levare
questa voglia:
le castagne arrostite.
Il nonno
dal profumo di buono inghiottito
di bucce
ci riempiva l’ombrello.
SCRIVERE DEL FUTURO
Leggete amici ?
“Draghi, Mario, ha detto che la solvibilità di uno stato sovrano
non è più così acquisita”
Ci pensate amici?
La Grecia
la filosofia la politica la geometria
potrà chiudere come fosse un’azienda
default! finita cancellata
… un’espressione contabile
Quando il capitale soffia
gli stati sovrani volano come stracci!
HITLER TOUR
Il giorno due fotografai il campo
che pioveva ed era grigia Dachau
con una Adox Polomat
l'”occhio” degli anni favolosi
nella sua epoca, pensate,
qualche randagio ci abitava ancora
nelle baracche abbandonate
“Arbeit Macht Frei” sul cancelletto
alberi diventati adulti in filari lunghissimi
da anni testimoni degli appelli d’allora
moniti delle Esse Esse appesi alle pareti:
il pavimento è sacro non rovinatelo!
e Rauchen Verboten! dovunque
anche all’ingresso delle camere a gas
Il tre di Giugno al
Konigsplatz un lemure d’Atene
piazzale freddo e vuoto
di servi imbecilli in ordinatissime file
sogno di un monarca ammalato
Infine la vertigine
il viaggio in montagna al posto del comando
Macht frei… arbeit il nido delle aquile
Obersalzberg kehlstein
con quellle belve svolazzanti
a chiedere pane
ai turisti sfilanti davanti al
mussolinian camino donato al Fuhrer
Il nido delle cornacchie, “dohle,” mi dissero
lassù.
Sono nato nel’53, figlio di Deo e Dea immigrati in provincia di Milano dall’Emilia povera del dopoguerra.
Vivo con la mia famiglia a Novate Milanese.Ho frequentato il Feltrinelli, Istituto Tecnico dove mi sono diplomato prima di iniziare una soddisfacente vita da mediano come tecnico di manutenzione all’IBM. Nel 96 mi sono laureato in Storia Moderna.
Sensibile al sociale ho letto sempre e di tutto, quasi senza scrivere Nel 2002 è morto mio padre,da allora ,11 anni fa, provo a scrivere, soprattutto poesie, finora inedite. Grazie a Internet qualcosa è presente in rete come sul sito di poesie racconti e su blog di amici.
Le mie poesie sono apparse in alcune antologie edite da Cfr e in diverse riviste come, Nugae, Inverso,Il Chiasso Largo,Prospektiva; in particolare mi considero amico de Ilfilorosso un’ ottima piccola rivista di letteratura scritta a Rogliano in provincia di Cosenza.
Ultimamente sto cercando una strada nuova,cerco di offrire la piantina con le sue radichette ben piantate in un poco di terra,insomma non il fiore reciso della classica forma poetica ma piuttosto il prodotto di una simbiosi tra storia ed elaborazione lirica. Nei casi più fortunati si dovrebbe poter assistere ad un dialogo tra le note ed i versi come se le prime fungessero da coro commentante e dissacrante.
Condivido in pieno l’analisi, e meno male che questo Poeta ha deciso alla fine, con modestia e quasi riluttanza il che lo qualifica ancora di più, di tirare fuori dal cassetto questi gioielli.
Spero che Accorsi trovi un editore che raccolga in una grande silloge le sue poesie. Per me è davvero fantastico, una scoperta straordinaria
Le poesie qui pubblicate sono davvero pregevoli. Altrettanto pregevole è la modestia di Alberto Accorsi, perla rara nel trionfo odierno della presunzione, tracotanza e pomposa estimazione di sé.
Giorgina Busca Gernetti
Eros ,così scrisse Platone,figlio di povertà e di espediente, è qualcuno che le cose le vuol conoscere bene.
Per questo ama muoversi senza troppe retoriche armature (ci potrebbe inciampare),non beve e non fuma
vorrebbe essere sempre sobrio ,come una delle vergini sagge o come una rana ai bordi di uno stagno.
« Eros è (…) avido di sapienza, ricco di risorse, e per tutta la vita innamorato del sapere » (Patone, Symp. 203 e)
però è anche questo:
« Ἔρος δηὖτέ μ’ ὀ λυσιμέλης δόνει,
γλυκύπικρον ἀμάχανον ὄρπετον »
« Eros che scioglie le membra mi scuote nuovamente:
dolceamara invincibile belva »
(Saffo, fr. 130 Voigt.)
Giorgina Busca Gernetti
Alberto non è modesto, lo conosco, è cosi di natura come quando nella fragorosa metropolitana chiede “Permesso” per passare, lo sussurra.
E’ rispettoso di suo fino a quando gli si da modo di esprimersi appieno.
A quel punto, dalle sue labbra, escono pensieri e parole senza arretrare mai, poi, si chiude come una lumachina tornando ad ascoltare tutti e tutto.
Ora lo scopro anche poeta…
A presto Alberto
Rudy
Rudy sei tu?