Il rococò a Venezia: Sebastiano Ricci

Nato a Belluno nel 1659, Sebastiano Ricci, zio di Marco Ricci, fu attivo in molte città (Venezia, Bologna, Parma, Roma, Milano, Firenze, Londra, Parigi) dove venne in contatto con l’arte barocca (Storie di Paolo III, 1687-88; Angelo che salva un bimbo, 1694). Allievo di Federico Cervelli e Sebastiano Mazzoni, studia da bambino pittura a Venezia,… Continue Reading


IL CANTO DI SAFFO – Musicalità e pensiero mitico dei lirici greci: la coralità ellenica, di Gabriella Cinti, Moretti & Vitali Editore

Il discorso sul simposio ci porta necessariamente a una riflessione sulla coralità e sul suo ruolo nella civiltà ellenica. Non entrerò nei dettagli delle numerose forme poetiche e musicali greche, ma mi interessa rilevare come la poesia fosse inserita prevalentemente in situazioni rituali, quindi collettive e perciò sicuramente destinate all’ascolto, nonché a una visione-partecipazione a… Continue Reading


“L’uomo si sente chiamato” di Rocco Scotellaro: immagini di vita vissuta e memoria della scoperta di altri orizzonti, di Donato Antonio Barbarito

Alta valle della Salandrella e della Misegna, gli orizzonti dell’infanzia! Gallipoli, Le Manche, Montepiano, Traveta, Monte di Mella: corona di crinali boscosi e picchi rocciosi. Anfiteatro di versanti solcati da torrenti convergenti a valle. Un orizzonte ben circoscritto di monti, di verde, di valli. Sorgenti e ruscelli. Solchi profondi. Anfratti e dirupi.  Luoghi e contrade a… Continue Reading


Omaggio alla Catalogna. “Endimione” (1948) di Joan Triadú Font, traduzione e nota di Furio Durando

Correva il 30 settembre 2017, vigilia della chiamata al voto degli abitanti della Catalogna per decidere sull’indipendenza della regione iberica dal Regno di Spagna, il settimo anniversario della morte di uno dei massimi letterati catalani del Novecento, Joan Triadú Font (1921-2010), filologo classico, esule antifranchista, docente di lingua e letteratura catalane all’università di Liverpool, autore… Continue Reading


“Piedi a mezz’aria”, poesia di Luciana Giordano

Piedi a mezz’aria E’ così che vorrei imparare a vivermi, ad immaginarmi, è così che vorrei imparare a stare al mondo: con i piedi a mezz’aria. Poggiare i piedi sul suolo, avvertire l’incontro con la terra quando è ferma, quando è solido lo stallo su cui stare. Ma talora innalzarmi, raggiungere i picchi.