Silvio Aman, cinque poesie da “OROSCOPO”

2Silvio Aman, poeta e saggista, è autore di studi e articoli dedicati a scrittori e poeti italiani e stranieri, fra i quali Rainer Maria Rilke, Georg Trakl, Alfonso Gatto, Giampiero Neri, Giancarlo Buzzi e Meeten Nasr. Per la poesia segnaliamo: Sinfonia Alpina (prefazione di G. Isella, Edizioni Il gatto dell’ulivo, Balerna, 2004); Nel cuore del Drago, (prefazione di G. Oldani, Interlinea Edizioni, Novara, 2005). L’autore è presente in varie antologie, delle quali ricordiamo Omaggio a Luciano Erba per i suoi 80 anni (a cura di S. Ramat, ivi, 2003). Per la casa editrice LietoColle si è occupato della collana di poesia straniera “AltreTerre”. Ha diretto l’annuario “Hesperos” (Milano, La Vita Felice), il cui secondo numero, nel 2001, è stato interamente rivolto a poeti e scrittori svizzeri.

OROSCOPO

Non ti stupire dello stile,
del resto il Föhn fa strani effetti,
lo sanno bene i giudici.
Se adesso apriamo il libro della Qabbalah,
là dove il raggio sbuca dall’Oriente
e scalda i rami addormentati
da una paziente brina, il conto, vedi?
non può che farci ridere:
sei nata il due di luglio,
e allora tocca a lui presiedere.

Al mare, quando giunge l’ora blu
e ogni rumore tace,
aspetti al freddo sullo scoglio
il tremolio del sole –
ma hai giorni in cui sprovvista della luce
sei come il corpo della notte
in una bianca tunica
(il suolo che scompare sotto i piedi
calzati di babbucce)
e vaghi per la casa come un cigno.

… Comprendimi, il tormento
è quando tu ti affili nella chiglia
che divide il grande spazio amaro,
e se non trovi un’eco
ai tuoi incompresi aneliti,
(il caldo è troppo e il gelo ti avvilisce)
ti salverà in silenzio
un’armonia segreta.

Non quindi il male nel dolore,
piuttosto dei peduncoli coi bocci
che il nuovo impulso ingrossa.
Hai voglia di fuggire,
non tolleri più niente
e a notte le tue terre penano –
parresti aver timore
che ti abbia già segnata il fato.

Ma adesso chi ti spinge
ha in te anche l’ansia dell’impresa,
uno che a notte orienta le bandiere
gonfiando gemme ovunque,
dei giorni nuovi in te
che hai pure avuto angustie,
anni in cui il Fiato agiva da scultore
nella sostanza ingenua.

CHIROMANZIA

… Assicurandoci la felicità,
ci spingeva verso ciò che serviva per conquistarla.
Boni De Castellane

… Che fosse vero o meno
ho fatto bene a dirlo:
Tu che respingi l’esito
degli spessori atroci
e il sangue hai come un vento nelle vene
non perderai le origini:
si vede dalla linea della vita.
Hai avuto giorni orribili – lo so,
ma adesso in questo buio
è il fiore del tuo corpo che rinasce
a non lasciarti cieca.

Ciò che è rimasto a lungo incognito,
disperso nella voce non distinta
dell’assordante mare,
là dove bocca e orecchio univa
in un unico lamento
il vecchio dio della malinconia,
ritornerà a cantare.
Non mancherai di sete
(ho visto belle estati nella mano)
e nel chinarti alla sorgiva
tu la vedrai sorridere.

SPUMA

Sarà perché gabbiere
e scopri terre ignote…
Sul corso già infittito all’improvviso,
dove il tuo sguardo ondeggia
e assorbe pur qualcosa degli umori,
gli sciami che la sera ha già affrancati
non vanno forse altrove
senza sapersi in sogno,
il volto teso all’orizzonte
verso le spiagge e i mari?

Hai sempre desiderio di invitarli
in queste strane stanze,
ma sai che sveglieresti una memoria
ormai iniziata a un lungo oblio.
Si sono già induriti quegli involucri,
la lingua giornaliera
irride con sarcasmo la tua voce.

Più tardi, quando l’ora cala
e il suo residuo è il limo
(l’orrore a cui le cose si rassegnano)
hai questo estraneo nido a attenderti:
l’acquatica empatia delle vetrine
e illusi dal tramonto che li irrora
l’umore mattutino dei divani.

O è invece perché nevica?
Lei ti raggiunge e tu le scaldi i piedi
che ha già da un po’ ghiacciati.
È l’ora in cui ti parla dei suoi sogni,
dell’onda che la innalza euforica
lasciandoti abbagliato,
e dietro i vetri gelidi
ti pare che si affaccino a migliaia,
anime ansiose e in turbine
a bere con la spuma la sua luce.

FRUTTI AUTUNNALI

Quando i fuochisti smettono
e il tempo gonfia piano le sue vele
l’estate ha già passata la sua mano
al mite suo compagno
e iniziano gli addii.

Quando il sole, oltre le Chele e il Leone,
è accolto dalla Vergine
pare che ognuno torni in sé
lasciato alla rugiada
o all’euforia del vino.

È il tempo in cui le menadi,
ostili a questi doni,
corrono in furia altrove,
e mentre piange lacrime dorate
l’addio che nutre di se stesso il bosco,

tu sai che Kore tornerà:
è solo un tramontare per risorgere.

L’INTERPRETE GIOIOSO

In casa – o quasi,
onde marine e aromi
di una lontana patria.
Nel quadro alla parete
nostra Signora nuda coi colombi
su una conchiglia a biga:
si sente a tratti un po’ tubare…
Poi lì, chissà per quale analogia,
pensi di nuovo a lui,

l’interprete gioioso.

Negli angoli più in ombra
il resto timoroso dei dolori
in cui pian piano l’alba penetra.
Allora lei li scopre:
sono i coboldi inermi, neri
e senza alcun disegno,
i prossimi operai che grado a grado
innalzeranno un tempio a Febo
per riveder la luce.

1 commento
  1. Mi è stato chiesto da un poeta qual è l’idea di poesia che lega autori così distanti come Silvio Aman, Marilia Bonincontro, Ennio Flaiano e Vladimir Vysotsky e altri poeti italiani e stranieri che il blog pubblica. Ebbene, rispondo molto semplicemente che una idea di poesia non è un’idea apocritica (cioè che rimuove tutte le altre), avere una idea di poesia significa porsi in condizione di attenzione verso tutte le modalità stilistiche. Non esiste un modus stilistico che esclude gli altri, questo è un pensiero, mi si consenta, un po’ bigotto e politicamente improvvido di pensare alla poesia. La poesia non è un discorso monologico ma è più simile a un ventaglio le cui stecche sono orientate in tutte le direzioni ma sono collegate a un solo centro. Non esiste un codice che esclude gli altri codici non esiste un canone che legifera, non esiste un canone dominante se non nel cervello di critici e di poeti interessati a portare avanti soltanto la propria poesia e la poesia collegata e affiliata. La poesia è un genere letterario che non tollera le affiliazioni. Si può scrivere ottima poesia scrivendo «poesia da camera» come diceva Mandel’stam e si può scrivere ottima poesia alla Vysotsky, entrambe hanno la stessa legittimità stilistica. Ritengo che giudizi di valore asserviti a interesse di parte non siano giudizi di valore estetico ma giudizi politici, e quindi non estetici.

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