“Naif” di Enzo Concardi, Guido Miano Editore, nota di Nazario Pardini

Concardi Enzo 2019 [AL] - Naif [fronte]“ … Dopo anni d’assenza e taciti rimpianti / d’improvviso è tornata tra altre mura / la voce d’un pendolo a scandire il tempo. / E s’affollano alla memoria lontani giorni / in aule scolastiche grigie e severe / luoghi del passato ch’erano un mondo, / il nostro piccolo mondo naif…”(Pendolo a muro). “ …In angoli segreti rischiarati da rare luci / me ne stavo in compagnia dell’anima/ nel silenzio d’un pensiero che cercava il vero. // Lì si forgiava il futuro, sognato a colori, / immenso e luminoso come verdi praterie...”, (Segreti d’anima). “Mi capita talvolta d’andarmene / con lo sciame dei miei riposti pensieri / per notturne vie deserte errando / solo senza meta e confessata ragione. / Non so cosa vado ancora cercando / in questi vagabondaggi mentali...”, (Notturni passi).

Parlare di Enzo Concardi significa parlare del mondo, della vita, delle emozioni, di un realismo che, antropizzato, esce con una plasticità rotonda e palladianamente equilibrata. Poeta e critico letterario di lungo corso, fin dai primi componimenti non è difficile incontrarlo spiritualmente, esteticamente e verbalmente; entrare nel mare magnum del suo mondo poetico. La sua è una poesia armata di ontologiche riflessioni in mano ad una versificazione compatta, onesta e proteiforme. Tutto scorre fluidamente verso una scoperta; verso un abbraccio generoso alla vita e a tutto ciò che l’alimenta. Anche le cose minime, le più semplici, quelle a cui non daresti tanta importanza, in lui assumono una significazione di valenza umana.  È da lì che parte per reificare pensieri e sentimenti, stati d’animo insoliti che suscitano meraviglia, passioni contingenti; ed è da lì che inizia la sua storia: un percorso che dal basso volge lo sguardo verso l’inarrivabile, verso stadi emotivi che arrivano a toccare la coda dell’eccelso; la sublimazione dell’atto poetico. Le cose si fanno nei suoi versi esseri viventi, animati, che respirano e parlano del male e del bene; di tutte le contraddizioni del vivere. Ed è proprio dalla simbiotica fusione dei contrapposti che nasce il senso dell’esserci: buio luce, caldo freddo, eros thanatos, odio amore, illusione delusione. Un viaggio, un odeporico sentiero verso le spiagge di un’anima alla scoperta di se stessa, del suo travagliato esistenziale, delle questioni del vivere e del morire; un viaggio verso un faro che illumini la ragione dell’essere. E si sa quanto sia lungo e faticoso un tale percorso tra trabucchi e scogli che ne frenano l’andatura. Ma il Nostro va diritto verso un’isola, quella della parola, della creatività, dell’invenzione, della rinascita; il condimento del canto consiste proprio nel viaggio, nell’andare senza posa, nella voglia di scoprire, più che in quella di restare.

Nazario Pardini

 

Enzo Concardi, poeta e critico letterario, ha al suo attivo molte raccolte di poesia. È un personaggio, noto, da decenni nell’ambito letterario. Ricordiamo almeno i volumi: Carovane di sabbia (1981), Sentinelle del nulla (1984), Foglie e clessidre (1989), Strade (1999), Chiara Fontana (2017) e la silloge Cristalli (2011 in Alcyone 2000-Quaderni di poesia e studi letterari N 3) editi dalla casa editrice Guido Miano.

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