Si è spento il 6 agosto il poeta Alfredo de Palchi. Una vita dedicata alla poesia, alla ricerca continua di forme nuove, innovative, che richiedono intelligenza e cultura, lungo studio e grande amore, e non poca dote di determinazione, di coraggio e d’indipendenza. L’intera sua opera reca i segni concreti di un rinnovamento e di… Continue Reading
Un abbaglio secolare: “Amor ch’a nullo amato amar perdona”, di Guglielmo Peralta
Il verso 103 del V canto dell’Inferno recita: Amor ch’a nullo amato amar perdona È uno dei versi più famosi e controversi della Storia della Letteratura, sul quale, a mio avviso, non è stata fatta abbastanza chiarezza dai critici che nel tempo (sono trascorsi più di sette secoli) si sono cimentati nella sua esegesi concordando… Continue Reading
Sul saggio di Alberto Folin: “Il celeste confine – Leopardi e il mito moderno dell’infinito”, Marsilio – 2019, di Gabriella Cinti
In questa mirabile opera critica mi ha colpito l’originale approfondimento in relazione al fondamento “mitico” della poesia di Leopardi, come strumento ermeneutico e medium (nell’accezione arcana del termine) filosofico. Infatti, Alberto Folin illumina un nodo esegetico imprescindibile per una comprensione più completa del poeta. Nella tensione verso l’”invisibile”, l’”irrappresentabile”, Leopardi ritiene, come focalizza Folin” che… Continue Reading
Quando il poeta intende interamente la vita. Poesia, Scienza e Filosofia. “Furor Mathematicus” di Leonardo Sinisgalli, Mondadori – 2019
Pubblicato la prima volta nel 1950 (Mondadori). La piccola Edizione della Cometa, 1982, è parte primaria delle opere del grande poeta lucano all’interno della mia biblioteca. Saluto con emozione ed entusiasmo l’uscita nella sua versione integrale di quest’opera rappresentativa di un artefice della poesia, della dottrina e della bellezza universale.
I Canti leopardiani: A se stesso
E’ una delle poesie scritte per la Fanny Targioni-Tozzetti e composta a Firenze nella primavera o, al più tardi, nell’estate del 1833, quando il poeta acquistò la cruda certezza dell’inutilità e dell’infelicità del suo amore. E’ il canto della disperazione suprema. Le parole ritornanti più volte nel giro di pochi versi e rimartellanti sulla medesima… Continue Reading
I Canti leopardiani: La quiete dopo la tempesta
Questa poesia fu scritta, come attesta l’autografo, a Recanati fra il 17 e il 20 settembre 1829. Descrizione di esemplare nitidezza. Dopo un temporale tutto appare fresco, limpido, sereno: gli uomini, che riprendono le proprie occupazioni e abitudini; gli animali, che festeggiano gioiosamente il ritorno del bel tempo; le cose, che acquistano un particolare rilievo… Continue Reading
I Canti leopardiani: L’infinito
Una siepe, un uomo seduto e contemplante, un improvviso soffio di vento che giunge e rapido si dilegua: ecco i semplici elementi di questa prodigiosa poesia. E’ dalla siepe che s’inizia e si svolge la serie dei profondi pensieri che si tramutano e si concretano in mirabili fantasmi poetici. La linea precisa dell’orizzonte, che sembra… Continue Reading
“La poesia è finita. Diamoci pace. A meno che…” di Cesare Viviani, il Melangolo – maggio 2018.
“Si è detto che la poesia è anche, immancabilmente, esperienza del limite, limite che è già inizio dell’estraneità, e quindi illeggibile, insuperabile, non c’è parola, intuizione, simbolo o immaginazione capaci di farlo nostro o di ridurlo. È l’equivalente del limite ultimo della vita: in questo senso la poesia è vita, e non limitazione di essa. Vorrei… Continue Reading
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