Versi brevi, brevissimi, icastici. Sommesse riflessioni in un intimismo ripiegato, in una contemplazione di oggetti e cose che diventano simboli di una metafora esistenziale. Scrive Giuseppe De Robertis, a proposito della poesia di Leonardo Sinisgalli: “Tutto è detto per immagini e illuminazioni istantanee, e il pensiero vi è sottinteso e, direi, come sognato”.
A un poeta
Vivi bene nella tua cameretta
pentagonale malgrado gli spifferi.
Ogni giorno trasformi le parole
in cera e miele, morte e amore.
Ti nutri di due alimenti,
costruisci con due pensieri.
Il malato
E’ caduto dal letto
col terrore che stessero
sotterrandolo. Si trascina
dietro la sedia al buio
verso la cucina: ode
i tonfi lugubri della legna
che ammucchiano in cantina.
Solitudine
Chiedo di essere lasciato
solo a gingillarmi
intorno a un chiodo.
9 Marzo 1975
Fiori vizzi
sulle piante infreddolite,
una nascita stenta
per il tonfo della commiserazione.
9 Marzo 1977
Le rose spuntano
negli spiragli.
La divina percezione
Riduce a una linea
il raggio di luce,
la stella a un punto.
Leonardo Sinisgalli
Poesie tratte da Il Passero e il lebbroso; Dimenticatoio, Mondadori Editore
L’ha ribloggato su Paolo Ottaviani's Weblog.
Pensiero e fantasia, razionalità e memoria, agiscono insieme e riconducono alla enorme esperienza personale, alle dissonanze, che sprofondano nell’inconscio: “Chiedo di essere lasciato
solo a gingillarmi/intorno a un chiodo.”
Sono le componenti fondamentali del dire poetico dell’ingegnere-poeta: “la filosofia dei poeti è una così povera cosa al confronto della loro poesia!”
In lui scienza, poesia, analogie: né di veggente, né di vate, né di raconteur.
“Il poeta non predispone ma raccoglie. Le sue predilezioni possono sembrare sconcertanti, egli fabbrica le gerarchie sul momento.” Ed ecco allora la semplificazione, la rastremazione, le sospensioni fino al silenzio: “schegge” brevi e disperse che esprimono l’ultimo vissuto, la nuova realtà. L’itinerario poetico si snoda sovrapponendo in frammenti infanzia e vecchiaia, senso della vita e della morte, con visibile coscienza indifesa.