Io e il cielo
un legame naturale
gli occhi m’allacciano
senza contenerlo
la mente lo abbraccia
senza scandagliarlo
… ci sarebbe il cuore
come punto di contatto
e a volte non è tempo di poesia
la mano si libera dalla carezza
il pensiero è pagano
lo sguardo inclemente
non una diagonale per appiglio
le cose si chiamano per nome
e i nomi sono monoliti
se non c’è un verso che li umanizzi
così cadono
e cadono con rumore
ci sono giorni che portano con sé
il tanfo di una guerra che si deve fare
(tornerà il cuore
a misurare quant’è stata buia la notte)
*
Una casa non ha meriti
ma stanze predilette
la luce le sceglie
le bacia
s’accuccia e dorme
angoli di conforto
piccoli regni
cieli di rondini per sempre
barrare l’ingresso
all’ombra
che s’adagia a velo sulla carne
e mette in bocca altri alfabeti
non è questione di ampiezze
ma legittima difesa
(… diventerò mai grande?)
*
Bisognerebbe giocarsi la carta della tristezza
ogni tanto liberamente,
aprire il vaso di Pandora
lasciare defluire i fallimenti le implosioni
all’ingiù gli angoli della bocca
crespa la voce da sotto le pietre
sia insolente lo sguardo e trapassi ogni cosa
felicemente infelice nella sua galera
-per bilanciare le tenebre
si dorme con la luce accesa-
bisognerebbe giocarsi la carta della tristezza
così come fosse una resa
per tornare ad urbanizzare le emozioni
e ritrovare i motivi per cui ci si vuole bene
*
Barare è la tentazione della prima parola
già alla seconda
il cuore ti manda a dire
che non apporrà alcuna firma
a quanto scrivi
arrendersi
a ciò che sei e null’altro
un suggerimento a mezza bocca
né basteranno
mille naufragi per un approdo
*
Vissuto/vivenze
piani orizzontali
visioni a mezzo busto
in un apprendere di seconda mano
umano/divino
verticalità audace
sentiero più serpeggiante
l’eternità è una sorta di risarcimento
tutto nell’orbita di un abbraccio
le parole sono barchette di carta
la voce un fiume
sulle sponde distici barbari
Angela Caccia
Angela Caccia, vive e lavora a Crotone; scrive per lo più poesie e qualche nota di lettura; ha partecipato con buoni risultati a molti concorsi nazionali e non, ed ha un ricco curriculum; a suo attivo, la pubblicazione di cinque sillogi:
Il canto del silenzio, Ici Napoli 2004, Il fruscio feroce degli ulivi, Fara Editore 2013, Il tocco abarico del dubbio, Fara Editore 2015, Piccoli forse, Lietocolle 2017, Accecate i cantori, Fara Editore 2017