Il rococò a Venezia: Sebastiano Ricci

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Sebastiano Ricci, Resurrezione di Cristo (1714-15) Royal Hospital Chelsea, Londra

Nato a Belluno nel 1659, Sebastiano Ricci, zio di Marco Ricci, fu attivo in molte città (Venezia, Bologna, Parma, Roma, Milano, Firenze, Londra, Parigi) dove venne in contatto con l’arte barocca (Storie di Paolo III, 1687-88; Angelo che salva un bimbo, 1694). Allievo di Federico Cervelli e Sebastiano Mazzoni, studia da bambino pittura a Venezia, nel 1680, ventenne, si reca a Bologna e ben presto a Roma sotto la protezione di Ranuccio Farnese. Qui viene a contatto coi classici esempi di Raffaello e Michelangelo, coi decoratori Pietro da Cortona e Giambattista Gaulli detto il Baciccia ma, convinto di non imparare mai la composizione raffaellesca, chiede al mecenate di tornare a Venezia. Fa sosta prima a Firenze e poi a Milano allo studio del Magnasco dove acquisisce la pittura fantasiosa in un severo stile di atmosfere. Nel 1700 è a Venezia. Nel 1701 è chiamato a Firenze per decorare la Sala delle fatiche d’Ercole di Palazzo Marucelli e le scene dell’Episodio di Diana e Atteone a Palazzo Pitti. Si appassiona alle grandi scenografie, ma alleggerendo a poco a poco il colore e usando tonalità mutevoli, tutte riflessi. Torna a Venezia e tra il 1703 e 1704 decora i soffitti di San Marziale, testimonianze queste del progressivo volgersi del gusto settecentesco dai temi barocchi a quelli rococò. Nel 1708 dipinge la Madonna con  il Bambino in trono e nove Santi. Attorno alla Vergine con il Bambino si riconoscono i santi Pietro, Gerardo Sagredo, Scolastica, Caterina d’Alessandria, Benedetto, Gerolamo e Paolo. La Vergine seduta su un alto trono conferisce alla composizione un’intonazione solenne (chiaro richiamo a Paolo Veronese). Dal 1709 al 1716 è a Londra dove prende contatto coi Fiamminghi del secolo precedente. Dipinge la Resurrezione di Cristo per l’Ospedale di Chelsea e otto tele a soggetto mitologico per la Burlington House : Cupido davanti a Giove, Incontro di Bacco e Arianna, Trionfo di Galatea, Diana e le ninfe, Bacco e Arianna, Venere e Cupido, Diana ed Endimione, Cupido e fiori. Subito dopo il soggiorno in Inghilterra, Sebastiano Ricci è a Vedana di Belluno dove compie due straordinarie tele per la Certosa: Sacrificio e Convento di monache salvato per miracolo dai Saraceni. Nel 1716 il Ricci col nipote Marco è a Parigi e si avvicina ai grandi della corte del giovanissimo Luigi XV. Dipinge il Trionfo della Sapienza sull’Ignoranza (1717). Tornato in Italia, lavora per la corte sabauda (affreschi per il castello di Rivoli, Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia per Palazzo Reale di Torino, gli affreschi per la Reggia di Venaria Reale). Muore a Venezia nel 1734. Di questo straordinario pittore Derschau scrive:

Ricci, appoggiandosi per primo alla splendida arte del Veronese, fece prevalere un nuovo ideale, quello della chiara e ricca bellezza coloristica: in ciò preparò la via a Tiepolo. Questo fatto è molto più importante della questione se il giovane Tiepolo, in determinate composizioni, si sia rifatto al Ricci. La pittura di figura del rococò a Venezia resta incomprensibile nella sua evoluzione senza Ricci…Tiepolo ha portato i germi prodotti dal Ricci a una ricchezza e a uno splendore tali da oscurare tutto intorno a lui…a Sebastiano Ricci va riconosciuto il ruolo di combattivo precursore“.

 

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Sebastiano Ricci, Madonna con il Bambino e nove Santi  (1708) 
Chiesa di San Giorgio Maggiore, Venezia 

 

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Sebastiano Ricci, Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, (1727-29) Galleria Sabauda, Torino

 

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