Poesie di Monica Martinelli

monica

 

A CUORE APERTO

Negli altri non so distinguere
un cuore stretto, a spigoli
da uno largo, aperto.
Mi perdo l’anima nel compostaggio
di sfalci e ramaglie.
Una tramoggia mi divide in due
mi stacca il cuore,
la parte di me più grande
da contenere quanto più si può,
da contenermi tutta.

Il volo mi sbatte in alto
gettata in aria, nell’inferno
tra piroette di carta e pioggia di cenere
risucchiata da un aspiratore potente
che non ha pietà.
Pure lì provo a cercarti
ma la scommessa è persa
ogni livido ha la sua pena,
ogni illusione la sua trasparenza.

Io invece vorrei cadere
con la grazia di un passero ferito all’ala
che volteggia in tentativi
ma subito plana di dignità.
Non ho un’altra possibilità,
negato il desiderio di rigenerarmi.
Sazia di tempo e di forma
mi costringo a seguirti,
inutile calamita del cielo.

 

VOLEVO SENTIRE IL RUMORE DEL MARE

Volevo sentire il rumore del mare
nella conchiglia nascosta dalla sabbia,
troppo piccola per conservare suoni.
Se la pelle ferita si slabbra dal tessuto
la speranza che ha nome di promessa
si alza in volo verso spazi nuovi.
Come sappiamo che oltre l’orizzonte
c’è qualcos’altro che ci tiene sospesi,
un filo d’erba dove si posa un’ape,
una stanza vuota da abitare.

 

UNA GRU SOLITARIA

Una gru solitaria
sovrasta la città che dorme
la sua ombra guarda dall’alto
e fotografa senza obiettivo.

A volte si resta sfocati
leggeri come foglie che si involano,
come dopo un amplesso consumato
sembra di stare distesi ad aspettare
su nuvole di pioggia
che svaporano.

 

CACHE-POT *

“Non voglio fiori sul mio balcone”
così pensavo quando
– ancora cucciola –
giocavo a fare la grande
e a scegliere di quali
oggetti circondarmi.

Ora che sono grande
so che non posso più scegliere
quello che voglio,
e sul mio balcone
non profumo di mirti
ma solo vasi vuoti.

 

CALABRONE

Il calabrone picchiettava ansimante
sul vetro della finestra
dipanato dai certi raggi solari
e dai miei dubbiosi perché.
Arrancava sulla parete ruvida
agitando le ali e panciando la resistenza.
Sembrava me
quando cerco di sgominare
l’angoscia che mi balaustra addosso.

 

GUARDO NEL PIATTO

Guardo nel piatto
il pesce che mi guarda
nella sua anonima fissità
senza dolore
senza il guizzo insensato della vita.
Provo pietà e mi rallento a pensare
che fuori dai nostri occhi
su piani di metallo
si spinano i ricordi
uno per uno
a colpi di coltello.
Polpa e nervature
allestite in funebre sequenza
creature senza vita né importanza.
Strappate via dal mare
mute immagini del male.

Monica Martinelli dopo la laurea in Lettere presso l’Università “La Sapienza di Roma”, ha scritto articoli e recensioni sulla rivista letteraria “Rassegna di letteratura Italiana”. Conseguito un Master in Studi Europei e un dottorato sui rapporti tra Cina e Unione Europea, ha proseguito studi e ricerche in ambito letterario. Tra il 2008 e il 2012 ha pubblicato poesie sulle riviste “Poeti e Poesia”, “Poesia” e “Orizzonti” e racconti e poesie su varie antologie e blog letterari come ViaDelleBelleDonne e Neobar. A fine 2009 ha pubblicato il libro di poesie con prefazione di Walter Mauro dal titolo “Poesie ed ombre”, Tracce editore. A dicembre 2009 ha vinto il Premio letterario “La città dei Sassi di Matera” per la sezione poesia inedita ed è arrivata finalista a vari premi. A fine 2011 ha pubblicato il libro di poesie dal titolo “Alterni Presagi”, Altrimedia editore, con prefazione di Plinio Perilli. E’ redattrice della rivista letteraria “I Fiori del male”.

8 commenti
  1. Noto in questi versi una vibratile sensibilità che percepisce -con qualche brivido- la vita fin nel profondo e ne disàncora immagini inedite. Le quali si incarnano in un linguaggio sommesso e dolente, vivo e avvincente.
    Pasquale Balestriere

  2. Evidente la freschezza di questi versi e la loro moderna valenza introspettiva , vibratile come giustamente chiosa Balestriere . Dà al lettore la sensazione di diventare protagonista di una storia , di una esperienza che in tutto o in parte lo riguarda e lo dispone alla spontaneità della condivisione .

  3. Da piccole cose fiorisce una poesia fresca, ricca di immagini originali, profonda nello scavo interiore. Non si può che condividere stati d’animo ed espressioni come: “Io invece vorrei cadere / con la grazia di un passero ferito all’ala / che volteggia in tentativi / ma subito plana di dignità.”

    Giorgina Busca Gernetti

  4. Ringrazio la redazione, e in particolare Luciano Nota, per l’attenzione ai miei testi e per averli proposti. E ringrazio gli stimati poeti che hanno lasciato qui un loro graditissimo e prezioso commento. Lieta che le poesie siano capaci di trasmettere vitalità e vibrazioni, è un po’ come sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda…
    Un saluto a tutti
    Monica Martinelli

  5. Il linguaggio originale, dai registri profondi, dalle immagini spiazzanti in interno ed esterno di sguardo nel tentativo (riuscito) di appropriazione della vita al femminile, questo è quello che di Monica mi appassiona. Brava come sempre, sempre così brava.

  6. Grazie Meth per le considerazioni sulla mia poesia che provengono da una poetessa sensibile e originale come te, nello stile e nei contenuti.
    ciao
    Monica

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