MARILYN
Erano alluvioni di fiori
Radiose, radianti.
Corone di olezzi
Chiesette affrescate.
Ameno imene
Nel miele di Marilyn.
Il limoso affare
Che finì
Con rose seccate.
Fabio Lacovara
Marilyn Monroe pseudonimo di Norma Jean Baker Mortenson, attrice cinematografica statunitense (Los Angeles 1926 – Hollywood 1962). Una voce infantile, uno sguardo trasognato e una sensualità intensa sullo schermo, insieme ad una personalità tormentata e una fine tragica nella realtà: l’intreccio di questi elementi ha saputo trasformare una modella di umili origini prima in diva e poi in mito. Il personaggio della bionda attraente e sciocca caratterizzò la carriera di Marilyn fin dalle sue prime apparizioni: attricetta di varietà in Orchidea bionda ( (Ladies of the Chorus, 1948), amante di un avvocato disonesto in Giungla d’asfalto (The Asphalt Jungle, 1950). Per la prima volta diventa protagonista in Niagara (1953), nei panni di una moglie infedele; nello stesso anno Gli uomini preferiscono le bionde (Gentlemen Prefer Blondes) di Howard Hawks e Come sposare un milionario (How to Marry a Millionaire) la presentano alla caccia di un partito che garantisca rispettabilità e ricchezza.
Agli occhi del pubblico l’attrice non solo sprigiona una straordinaria attrazione, ma già rivela quella brillante ironia che esploderà, sotto la guida di Billy Wilder, in Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch, 1955), di cui memorabile è l’inquadratura delle gambe di Marilyn, rivelate dal soffio d’aria della metropolitana che le solleva la gonna. Nel 1956 la diva diventa moglie di Arthur Miller, conosciuto a New Yoork dove si era trasferita per iscriversi all’Actor’s Studio per migliorare la propria recitazione. Con Fermata d’autobus (Bus stop, 1956) riesce in effetti a misurarsi in un ruolo più complesso e nel 1957 costituisce una casa di produzione indipendente per realizzare Il principe e la ballerina (The Prince and the Showgirl), scegliendo come partner Laurence Olivier. E’ ancora Billy Wilder a riportarla al successo in A qualcuno piace caldo (Some Like it Hot, 1959); ma le inquietudini e il complesso d’inferiorità della donna prendono per gradi il sopravvento sull’attrice. Marilyn interpreta ancora Facciamo l’amore (Let’s Make Love, 1960) e una parte drammatica con Clark Gable ne Gli spostati ( The Misfits, 1961), tratto da un testo di Miller. La sua ultima interpretazione non giungerà mai sugli schermi: le riprese di Something Gotta Give (1962) vengono interrotte, poco prima della morte, per disaccordi con i produttori.
Melina Bracco
una persona troppo fragile capitata tra avvoltoi dello star system e anche tra braccia pericolose nella vita privata. Probabilmente meno superficiale e meno frivola di quanto l’abbiano dipinta per tanti anni.Davvero sfortunata.
“Gli spostati” ( The Misfits, 1961), tratto da un testo di Miller, diretto da John Huston.
Un film drammatico in cui Marilyn Monroe non è da meno dei colleghi di acclarata bravura: Clark Gable e Montgomery Clift. Il titolo è molto significativo: “I disadattati, gli spostati”.
Monty e Marilyn lo erano anche in realtà. Per me la migliore interpretazione di Marilyn Monroe – Roslyn.
Giorgina Busca Gernetti