DUE PUBBLICAZIONI DI FOTOGRAFIE PASOLINIANE: MARIO DONDERO, Scatti per Pasolini, Pasian di Prato, a cura del Centro Studi Pasolini, 2010; ANDREA PAOLELLA-LUCIANO SERRA, I luoghi di Pasolini, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2010, lettura di Dante Maffia

191203656-dca1ebc4-a88e-43d7-9ba8-c9478a1c1bc9Nel 2010 sono usciti due libri deliziosi di fotografie sul mondo pasoliniano. Il primo è Scatti per Pasolini di Mario Dondero e l’altro è I luoghi di Pasolini di Andrea Paolella e Luciano Serra. Se si aggiunge la notizia recente che la Torre dell’Idroscalo di Ostia sarà consacrata alla memoria del poeta friulano, si comprende quanto ancora sia forte un mito che, nel bene e nel male, continua a far parlare di sé.

Quel che diventa interessante è la testimonianza che sempre accompagna opere del genere o i giudizi che scaturiscono dal commento alle fotografie. Per esempio quello di Mario Dondero che parla di un Pasolini “amabile con tutti”, di “una persona che ascoltava e soprattutto ispirava franchezza, un grande coraggio, una grande libertà di pensiero..” e di Angela Felice, Direttore del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, che pensa a Pasolini come a “un Virgilio da recuperare come presenza segreta, sotterranea sempre imprescindibile”.

Certo, i due libri fanno molto riflettere e rinnovano l’idea dello spirito vagabondo, nomade che appartiene a molti poeti e a molti scrittori e perciò è come se Paolella e Serra ci prendessero per mano, anzi, ci facessero salire su un calesse trainato da un fumoso cavallino tutto pepe e ci portassero a spasso per l’Italia. Ma prima ancora d’intraprendere il viaggio ci presentassero gli amici più intimi del poeta, da Franco Farolfi a Luciano Serra, a Francesco Leonetti,  Roberto Roversi, Gianni Scalia, Giovanna Bemporad, Tonutti Spagnol, Nico Naldini, Giuseppe Zigaina, Andrea Zanzotto.

luoghi-di-pasolini-web-294x154Poi i luoghi, con scatti di una nitidezza ammaliante, con una voce chiara che sembra commentare da sé  la vita e le opere di Pasolini. C’è molto Friuli, c’è molta Roma, e c’è Bologna, il Veneto. Una luce smagliante investe i particolari e li rende indicazioni di un mondo che poi sarà oggetto, in qualche modo, delle pagine del poeta. Del resto, a parte lo scritto di Serra che è un vero e proprio saggio documentato e appassionato, sono riportati molti versi accanto alle fotografie nelle pagine. Insomma, una visione ancora molto suggestiva che fa leva sull’umanità dell’Autore del Le ceneri di Gramsci.

Sulla stessa umanità poggiano le immagini di Dondero, anche se quasi tutte scattate sul set cinematografico. In un’intervista Massimo Raffaelli domanda al fotografo: “…Colpiscono le foto che gli hai fatto a casa sua insieme con la madre. Sei tu che le hai volute?”. La risposta: “… Pasolini_con_la_madre_foto_DonderoTra Pasolini e sua madre c’era un rapporto di intensissimo affetto, questo è evidente; poi le foto invecchiando assumono dei significati e una forza quasi sovresposta, nel senso che le foto nell’arco del tempo diventano simboli, si arricchiscono, parlano da sole, raccontano più e meglio dei pensieri”.

L’importante che non diano emozioni che poi impropriamente si riversano sui testi e li rendono diversi da quel che sono. È un rischio, che però forse in questi due libri viene evitato, perché le foto in sé hanno una loro poesia, una loro verità e direi un loro candore.

Nico Naldini, detto per inciso, ha  annunciato che fra non molto usciranno gli scritti di Susanna Pasolini, la madre. Pare che siano molto più di un semplice e scarno documento.

Dante Maffìa

 

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