“Ride la gazza, nera sugli aranci” di Salvatore Quasimodo

salvatore_quasimodo_1953

Ride la gazza, nera sugli aranci

Forse è un segno vero della vita:
intorno a me fanciulli con leggeri
moti del capo danzano in un gioco
di cadenze e di voci lungo il prato
della chiesa. Pietà della sera, ombre
riaccese sopra l’erba così verde,
bellissime nel fuoco della luna!
Memoria vi concede breve sonno;
ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo
per la prima marea. Questa è l’ora:
non più mia, arsi, remoti simulacri.
E tu vento del sud forte di zàgare,
spingi la luna dove nudi dormono
fanciulli, forza il puledro sui campi
umidi d’orme di cavalle, apri
il mare, alza le nuvole dagli alberi:
già l’airone s’avanza verso l’acqua
e fiuta lento il fango tra le spine,
ride la gazza, nera sugli aranci.

Salvatore Quasimodo

Ed è subito sera, 1942 (Nuove poesie, 1936-1942)

 

2 commenti
  1. Questa poesia mi ricorda, per i colori, la pittura di Salvatore Fiume, o in genere l’arte di tradizione italiana tra Carrà a De Chirico. Molto visiva e metafisica, e nell’opera sua c’è un forte senso del tempo. Molto italiano.

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