Sipho Sepamla nasce nel 1932 a Krugersdorp e vive gran parte della sua vita a Soweto. La sua prima raccolta poetica , Hurry up to It (Affrettati!) è del 1975. Un anno dopo è attivo nella rivolta del ghetto nero di Soweto contro la politica del National Party, il partito degli afrikaner nazionalisti. Nel 1976 pubblica The blues Is You in me (Il blues sei tu in me) e nel 1977 la più intensa e accorata The Soweto I Love (La Soweto che amo). Nel 1983 esce la raccolta The Children of the Earth (Figli della terra), nel 1988 From Goré to Soweto (Da Goré a Soweto). Dei romanzi pubblicati, ricordiamo The Root Is One (La radice è una) del 1979, storia di un uomo che diventa spia della polizia, Ride on the Wirldwind, tradotto in italiano con il titolo Soweto, narra della dedizione di alcuni ragazzi che fanno parte della rivolta di Soweto del 1976. Muore il 9 gennaio del 2007.
Il blues sei tu dentro di me
Quando il mio cuore batte con un ritmo
fuori tempo con il passo splendente di Dio
e inseguo pensieri che guastano la gioia di stare con te
allora lo so il blues mi fa gridare
sì ho gridato e le nubi si sono addensate
è arrivata la pioggia e ha lavato via
questi miei blues
il blues sei tu dentro di me
ora voglio dirlo più forte
ora voglio gridare i miei pensieri
perché non conoscevo il blues prima di incontrarti
il blues sei tu dentro di me
il blues è schiocchi di lingua
scossa della morte che vivo
il blues è grida di mio padre
ogni sacrosanto venerdì
il blues sei tu dentro di me
non conoscevo il blues prima di incontrarti
il blues è la penna stridente di un censore
quando scribacchia accuse alla mia sensibile fedina
il blues è ombra di sbirro
che balla lo swing della Legge sull’Immortalità
il blues è Legge sulle Aree Tribali e il suo jazz di strada
Legge sull’Istruzione Bantu e le sue improvvisazioni
il blues sei tu dentro di me
non conoscevo il blues prima di incontrarti
il blues è gente ammassata su una panca
che sgranocchia i propri pensieri
il blues è parole che dovrebbero aggiustare
gli ieri distrutti di continuo da promesse di domani
il blues è l’ombra lunga che misuro
fatta di momenti che tirano a rimorchio il sole
il blues è mio fratello crumiro
in cerca di occasioni che aveva il diritto di trovare
il blues sei tu dentro di me
non conoscevo il blues prima di incontrarti
voglio gridare il blues per tanto tempo ancora
perché siamo tutti gente da blues
il bianco che piange il suo fardello
il nero che si libera dal giogo.
Questo nostro tempo
Questo nostro tempo
fa ronzare le api di rabbia
impregna gli animi di parole smisurate
e prepara il giorno del capestro notturno.
Questo nostro tempo
rode il midollo del muscolo del dolore
gonfia il cuore di amarezza con pose incuranti
e fa della giustizia una opportunità
Questo nostro tempo
s’inchina davanti al sospetto
moltiplica le menzogne nelle poltrone a dondolo
sposa la verità sull’altare del diavolo
Questo nostro tempo
nutre troppo il presente del passato
capovolge ogni immaginazione
e rovina la coscienza con l’ambizione
Questo nostro tempo
graffia il dorso della scimmia
mangia fiamme davanti al pubblico invitato
e tinge la pelle per il proprio sudario
Questo nostro tempo
ascoltare il rumore delle foglie che cadono
guardare i relitti di auto sinistrate
e cedere davanti al compromesso
Questo nostro tempo
affondare i denti in un frutto marcio
bere l’acqua dei pozzi avvelenati e
cantare dei vecchi inni a delle veglie funebri
Questo nostro tempo è solo un poco inquinato.
Silenzio
Sferzi la mia perversità con una frusta
una rozza correggia di carne essiccata
sino a che le rosse ferite mi invogliano a piangere
Ma non mi uccidi a colpi di silenzio
Ai morsi della mia fame
neghi il pane ed il suo lievito per la vita
Al punto che io sia disseccato come una foglia d’autunno
Ma non mi uccidi a colpi di silenzio
Lusinghi le mie orecchie con promesse
Infiorate da una lingua esperta
Perché forse io canti come vuoi tu
Ma non mi uccidi a colpi di silenzio
Oh! I nostri occhi non guardano
coloro che colpiamo con il silenzio
Perché noi siamo sposi del tempo
che si affretta e galoppa giorno e notte.
Mentre il nostro silenzio langue in prigione.
In notte.
Sipho Sepamla (traduzione di Marta Luzi)