MATERA, poesia inedita di Marco Onofrio

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MATERA

Cavea metafisica del tempo.
Forma di un mistero che risale.
Golgota, musica ancestrale.
Croce trafitta nel sole
della tribolazione.

Lacrime nella roccia,
i Sassi sono carie
di una bocca
spalancata sull’origine
del mondo
fino ai grandi abissi.

Porto scavato nel mare
celeste dei secoli scorsi
che la luce ogni attimo ricorda
piegati alla costanza
della sorte
vana: come lo sforzo di resistere
alla morte.

Matera: non mater, ma terra
promessa e mai donata
alla speranza
della stirpe umana.

Marco Onofrio

4 commenti
  1. La poesia di Marco Onofrio penetra e squaderna l’anima di una delle più fascinose città del mondo e ce la restituisce splendente e accecante nella “Forma di un mistero che risale”. Grazie Marco! …Ma per me Matera, primordiale materia di civiltà, è pur sempre una “mater” “della stirpe umana”, forgiata e donata dagli uomini agli uomini…

    • Grazie a te Paolo! Matera è una città dell’Anima. Quando vi si arriva la prima volta, la si ri-conosce: sembra di averla già vista, come in un’altra vita, e resta per sempre dentro gli occhi. A Matera palpita forte il dolore e l’amore dell’Uomo.

  2. Immagini vive e ricche di senso che la visione di tale ambiente, umanizzato e stratificato nel corso di millenni di storia e preistoria, incomparabile e irriproducibile, suscita nello sguardo della nostra contemporaneità. Un naturale archivio storico che alimenta la nostra immaginazione e il nostro interesse per un passato non molto lontano e pur sempre antico e remoto.

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