Sergej Esenin e Isadora Duncan, Amore alcol e droga, di Augusto Benemeglio

1. Il poeta contadino

220px-Sergey_YeseninSergej Esenin , l’autore de “ La confessione di un teppista “ e “ Mosca delle bettole” , avrebbe potuto essere forse uno dei più grandi poeti del nostro tempo se non si fosse impiccato, a trent’anni, nel bagno di una squallida stanza d’albergo di Leningrado , gonfio di vodka e disperazione . Era un gelido e buio pomeriggio invernale del 1925 e la poesia si impoverì di colpo, perdendo uno di quei poeti – contadini che portavano avanti un discorso di autentica cultura popolare, con melodiosi accenti e una poetica che esaltava i valori della tradizione e del costume contadino. Angelo Branduardi musicò una sua poesia,tradotta in italiano e adattata alle note musicali:

Mi piace spettinato camminare /il capo sulle spalle come un lume
e mi diverto a rischiarare /il vostro autunno senza piume.
Mi piace che mi grandini sul viso / la fitta sassaiola dell’ingiuria,
mi agguanto solo per sentirmi vivo /al guscio della mia capigliatura.
Ed in mente mi torna quello stagno / che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere / un figlio che compone versi;
ma mi vogliono bene come ai campi / alla pelle ed alla pioggia di stagione,
raro sarà che chi mi offende / scampi alle punte del forcone.
Poveri genitori contadini, / certo siete invecchiati e ancor temete
il Signore del cielo e gli acquitrini, /genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato / il primo tra i poeti del Paese.

Se in Majakovskij la rivoluzione di ottobre ebbe il suo poeta che esaltò l’operaio , in Esenin trovò invece il cantore del contadino russo protagonista del rivolgimento avvenuto in Russia . Il giovane Sergej Alesksandrovic Esenin , figlio di contadini credenti , era convinto che la rivoluzione avrebbe avuto un carattere mistico e il contadino sarebbe stato la guida e il depositario della grande missione liberatrice del popolo russo , ma ben presto si accorse che la rivoluzione non teneva in nessun conto il mondo contadino. Da questa sua errata interpretazione , da questo contrasto tra il suo mondo e la realtà della rivoluzione “proletaria” , da questa sua non accettazione della realtà , ebbero origine i suoi problemi e i suoi drammi esistenziali : delusione , rabbia , frustrazione, tormento , inquietudine , ribellione , atteggiamenti da teppista. Rischiò in più occasioni di finire in prigione.

2. Isadora Duncan

220px-Esenineisadoraduncan1923Questo suo atteggiamento di rifiuto della società in cui viveva e di rimpianto per un mondo irrimediabilmente perduto lo si ritrovò nel suo volume di poesie “Ispoved’ chuligan”, ossia le confessioni di un teppista che la famosa danzatrice Isadora Duncan, che si trovava a Mosca nel 1921, lesse e apprezzò molto, tanto che non fece neppure in tempo ad esprimere il desiderio di conoscere il poeta che subito gli fu presentato . “ Leggetemi una vostra poesia”, chiese Isadora e Sergej non si fece pregare. Nella sua voce c’era tanto fuoco e tanta sensualità . Per Isadora fu subito amore , quella sera stessa , più volte , nella suite d’albergo e poi ancora per tutte le Russie . In capo ad anno erano sposati e lontani . Fecero una luna di miele che era un carnevale continuo che durò quasi un anno intero, un anno di alberghi , grandi bevute , orgiastiche feste con uso di hascisch , oppio e cocaina , e scorrazzate a tutto gas con una fiammante automobile rossa per tutte le strade di mezza Europa.

3. Il divorzio

Al secondo anno continuavano a bere , a fare qualche “festino” , ma il fuoco dell’amore s’era spento e Isadora si faceva le sue brave scappatelle ora con un domatore di tigri bulgaro , ora con violinista ungherese; al terzo anno erano già divorziati ed Esenin ritornò in patria logorato nel fisico e nella mente, schiavo dell’alcol e della cocaina. Fin da giovanissimo , era stato un cantore della natura e delle terre russe , delle tradizioni e delle leggende della sua patria , che aveva saputo descrivere con accenti di accorato lirismo. Ma dov’era più quella Russia che tanto amava? In uno dei rari momenti di lucidità , Esenin decise di ritornare al “ paese natìo” con l’illusione , più che speranza, di veder lì risorgere dalle proprie ceneri , come l’araba fenice , la Russia idilliaca dei ricordi e degli incanti fanciulleschi , quasi un ultimo tentativo di poter ricuperare una dimensione perduta , ma tutto si risolse in un fallimento.

4. La patria

Vedeva ormai , con amarezza e stupore doloroso , che la sua patria antica non esisteva più, era scomparsa del tutto , perduta per sempre al suo cuore antico di contadino irrequieto e tormentato. Anche al suo paese nessuno lo aveva riconosciuto. In quella Russia Sovietica che era sorta non c’era più posto per lui. Era diventato troppo difficile viverci. Prese il primo treno che lo portò a Leningrado e lì, in una stanza di infimo ordine , pose fine alla sua esistenza.Forse prima dell’istante fatale , Esenin rivide i flashes del suo burrascoso rapporto con Isadora Duncan: i suoi eccessi, la sua teatralità , la sua fame di sesso , il bisogno di alcool e droga , Isadora che si divertiva spesso a sfotterlo pubblicamente per il suo cattivo inglese e i suoi modi timidi e impacciati da contadino russo qual era. Lei invece era di San Francisco , ma faceva la snob. Ci teneva ad essere considerata “cittadina del mondo” ; viveva a Parigi con il suo corpo di ballo , affascinata dalle teorie di Delsarte , e si sentiva figlia purissima della antica Grecia e dei suoi ideali artistici, perciò rifiutava canoni e forme della danza accademica , esprimendosi – in tuniche severe e drappi antichi – con movenze più libere , “ secondo natura”.

5. Mangiatrice di uomini

isadora duncanE il pubblico era con lei, decretandole grandi successi. Isadora era sicuramente una grande artista , ma anche donna capricciosa e volubile , una mangiatrice di uomini ( “una vera troia”, disse Esenin ad un suo amico ) che aveva avuto una teoria infinita di amanti e anche di mariti ( ne ebbe cinque) ma rimase sempre legata sentimentalmente al suo Pigmalione , il regista americano E. Gordon Craig , l’innovatore del teatro , colui che per primo fece uso degli “ screens” ( i pannelli) Era lui che aveva detto a Isadora di eliminare le scenografie e fu lui a fondare , per primo, una scuola teatrale in Italia , a Firenze , e allo stesso tempo una rivista specializzata ( “The Mask) d’avanguardia . Quando Isadora conobbe il ventiseienne Esenin , aveva già quarantaquattro anni e Craig aveva superato la cinquantina, tra di loro non c’erano rapporti sessuali , ma un profondo affetto e molta complicità. Isadora s’innamorò pazzamente di Esenin e per un anno lo “divorò” letteralmente di baci e carezze fino alla consumazione dei sensi , e non perchè Sergej fosse il poeta arrabbiato , ma perchè era un vero campione di bellezza slava e di furente vitalità contadina. Finito l’impero dei sensi, ovviamente tutto naufragò e a rimetterci fu soprattutto Esenin , che era più fragile psicologicamente . Sul loro difficile menage , che andava bene solo in camera da letto , si stagliò anche l’ombra lunga del grande Craig , che nel suo libro “ The actor and the uber-marionette” non fece alcun mistero delle sue idee sul teatro .Lo spettacolo appartiene al regista , mentre l’attore è solo una super-marionetta che segna il ritorno ai valori disumanizzati delle maschere antiche. E per lui probabilmente sia Sergej che Isadora erano marionette-tou-court.

5. Vecchia puttana

La danzatrice era acolizzata e cocainomane e trascinò su quel versante anche il poeta russo, che una sera per ferirla le disse: “ Isa, a teatro sei splendida come un’ onda marina , credo che il mare stesso t’invidi , ma come donna conosci solo il vizio e l’immoralità . A letto ormai sei solo una vecchia puttana ”. Isadora lo cacciò dalla stanza e non volle più vederlo. Si trovavano in un albergo di Nizza , era inverno . Esenin non aveva un soldo in tasca ed era ubriaco. Dormì fuori , all’addiaccio, con sette gradi sotto zero. Si buscò una polmonite e stette per morire. Ormai il loro rapporto era andato. Dimesso dall’ospedale rientrò in Russia, per suicidarsi l’anno dopo. Intanto Isadora aveva un nuovo amante , un bellimbusto parigino di ventisette anni . Si trovavano sulla costa azzurra e lui guidava una fiammante decapotabile , sul lungomare . “Andiamo al Casinò, che ne dici? , disse il giovanotto. Isadora annuì. Era felice. Cominciarono a correre , lei rideva e scherzava, aveva completamente dimenticato Esenin e la sua malinconia . Aveva una rinnovata voglia di vivere, si sentiva felice . Assaporava la brezza marina che le faceva danzare la lunga sciarpa di seta rossa per cui andava famosa: “Oh, Dio, che gioia vivere!” , pensò e subito dopo il lembo terminale di quella fatale sciarpa andò a infilarsi nei raggi della ruota anteriore dell’automobile e provocò una vera e propria impiccagione per la povera Isadora. Era uno splendido mattino di aprile del 1927 e la campagna francese era come una fanciulla che va alle nozze , tutta vestita di fiori di mandorlo e di pesco.

Augusto Benemeglio

8 commenti
  1. “avrebbe potuto essere forse uno dei più grandi poeti del nostro tempo se non si fosse impiccato, a meno di trent’anni, nel bagno di una squallida stanza d’albergo di Leningrado , gonfio di vodka e disperazione .”

    Riscontro due inesattezze in un’unica frase, il che mi sembra quasi un record.
    1- Esenin è un grande poeta del nostro tempo, non c’è bisogno di arrivare a 80 anni per raggiungere la grandezza visto che la maggior parte dei poeti dei secoli passati sono morti più o meno all’età di Esenin (specie i poeti russi).
    2- Non è affatto pacifico che si sia impiccato, tutto ciò che si sa è che è stato trovato impiccato, non si sa da chi.

  2. Caro Gabriele,
    grazie per il quasi record, anche se in negativo. In effetti mi sembrava un buon incipit , ma c’è sempre qualcuno che ne sa più di te e ti prende in castagna. Mi trovo ad essere quasi indifendibile, ma cercherò di giustificarmi, in qualche modo.
    1) che Esenin sia popolarissimo , in Russia e all’estero, non c’è dubbio alcuno, ma non tutti sono d’accordo sul valore assoluto della sua poesia, tacciata da qualcuno di istrioneria e autocommiserazione , angoscia e “clownerie” ,come nel caso dell’ultima sua silloge ( “L’uomo in nero”) , che verrà pubblicata postuma.
    Anche secondo me, tuttavia, Esenin rimane grande poeta – nonostante l’ombra mistificante del “personaggio letterario”,- e lo è per la sua generosa e straziata sincerità e la straordinaria musicalità, l’ orecchiabile dolcezza delle sue cadenze, in cui molti riconoscono una tipica , quasi emblematica espressione della poesia russa…ma…
    2) Sul suo suicidio , onestamente , a me non risulta che vi siano dubbi, lo dichiara lui stesso in alcuni versi proprio del citato libro. Certo, non ci furono testimoni in quella stanza d’albergo di Leningrado, ma non so nulla di possibili sviluppi tinti di giallo.
    Ma forse – anzi certamente – tu ne sai molto più di me e sarei curioso di conoscere quali altre ipotesi siano state formulate sulla sua impiccagione.
    Cari saluti.
    Augusto

    • 1) E infatti non parliamo di valore assoluto (tipo Shakespeare, Petrarca, Dante, Omero, ecc.), ma di valore relativo alla nostra (o meglio alla sua) epoca. Esenin è tra i grandi poeti del c.d. periodo “d’argento” della letteratura russa, insieme a Blok e Majakovskij e forse qualcun altro. Quanto alla sua ultima produzione, di solito il valore letterario non è dato dalle ciofeghe, che tutti scrivono anche i più grandi, ma dalle cime, le cose meglio riuscite, i capolavori insomma. Ammesso che tutti questi discorsi abbiano un senso. 🙂
      2) Lei sa benissimo che il poeta era inviso al regime sovietico, che aveva criticato, e alla GPU, e non sarebbe certo l’unico caso di suicidio apparente o indotto. Non è un’ipotesi mia che non sono uno specialista ma un semplice lettore. Stiamo parlando di Leningrado nel 1925, ovvero una dittatura postrivoluzionaria, non un posto tranquillo.

  3. …veramente di inesattezze, ora che vedo la sua data di nascita e quella di morte, ce ne era un’altra: è morto a 30 anni e 10 mesi, mentre io ho scritto, nella stessa frase, che aveva meno di trent’anni: e quindi credo che sia un record, o no?
    Mi stia bene, caro Fratini. E tanti auguri.

    • Day After. I miei commenti di ieri non mi piacciono, almeno nella forma, troppo da saputello, perciò levo tutto con l’incantesimo del cancellino…

      “Tutto ciò che scrissi prima
      come incanto è cancellato
      nell’istante appena nato
      da cui scrivo questa rima”.

      Buona giornata.

  4. Prendo atto.
    I gesti di umiltà sono sempre segno di grande sensibilità e intelligenza.
    Ma c’è stato qualcuno che ha letto il post e ha scritto a me personalmente qualcosa di interessante , che mi sembra giusto ( non è vanità, anche se non mi manca, un po’ come a tutti quelli che scrivono) inserire nei rari commenti:
    “Mi è piaciuto parecchio il suo articolo. Ha risaltato dei caratteri e degli aspetti essenziali di quel vissuto tragico-farsesco indispensabili per la comprensione dell’Esenin poeta e, ancor di più, dell’Esenin uomo”.
    Giuseppe Ligresti

  5. Voi due quanto a slavisti siete i migliori del mondo: fate a gara a scrivere “masticature di vecchie cotolette”… intanto mettetevi l’anima in pace perché Esenin fu ammazzato, e su questo non vi sono dubbi: ultime informazioni dicono che è stato così. Le fonti sono state chiare e sono pervenute dalla Lubjianka prima che Putin chiudesse gli archivi. Anche su Majakovskij oramai gli studi degli specialisti sono orientati verso l’omicidio.
    Continuate a scrivere di cose slave: siete uno spasso!

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