A VOLTE MENTRE VADO SOLO AL SOLE A volte mentre vado solo al sole e gli aspetti del mondo accolgo e il cuore quasi m’opprime l’amorosa ressa, ombra il sole ecco farsi e l’ombra, gelo. Un cieco mi par d’essere che va lungo la sponda d’un immenso fiume. Scorrono sotto l’acque maestose; ma… Continue Reading
Distanze
Resta poco dopo aver parlato alle piante. Seduto in disparte o ti alzi o rimani. Se pensi di fiatare ai sassi o rimani o ti alzi. Se resti, colui che non ti crede, sosta attonito a guardarti. Tocca il femore e la tempia, a tratti il piede. Se ti alzi, fa un sorriso, liscia il cane… Continue Reading
Due poesie di Tudor Arghezi
L’ULTIMA ORA In cielo batte l’ora di bronzo e di ferro. Dentro una stella batte l’ora di velluto. L’ora di feltro batte alla torre della cittadella. Nell’ora di lana si sente il tempo vecchio e si lacera l’ora di carta. Vicino all’epitaffio del ricco batte la voce dell’ora di polvere. Questa notte, sorella,… Continue Reading
Michele Parrella, il rapsodo che cantava al suono del cupo cupo, di Giovanni Caserta
Michele Parrella aveva solo quattordici anni quando, il 25 luglio 1943, cadde il fascismo. Era nato a Laurenzana, in provincia di Potenza, il 17 ottobre 1929. Era di sei anni più giovane di Scotellaro. Figlio di medico, apparteneva alla borghesia lucana, o, se si preferisce, al galantomismo meridionale, ancorché, nel caso specifico, illuminato. Parrella, infatti,… Continue Reading
Settenari sparsi di Anna Maria Curci
Settenari sparsi I La semina continua di grani raccattati. È mansueto l’appretto. Sotto, collera bolle. II Schivo, umbratile, serio. Efficace e solerte l’estensor di profili ti grattugia l’idioma. III Nella torre a Tubinga scriveva Scardanelli quel bagliore di alture che cerco di tradurre. IV Non stracciarsi le vesti e neppur… Continue Reading
Tre poesie inedite di Maria Grazia Di Biagio
Le mancanze si addensano sui fili delle rondini come per un’attesa. Fumano il narghilè col tempo discorrendo del meno che pesa nella fissità del posto. Un assolo di nebbia tace il rossore esausto dei filari. Del diroccato mio castello – in aria – butto le chiavi al drago.
NO alla guerra
Di più dobbiamo darci di chi è a corto di ideali. Assai di più delle sviste e le rovine, degli ansanti ” sto morendo”. E a quel paese i Palazzi, le conquiste infami, il Potere. Pelle contro pelle: controsenso, controvento. Simili, non pazzi in questo spazio spento. Uno specchio, un po’ di gel sui capelli… Continue Reading
Divagazioni leggendo Celan, di Narda Fattori
La memoria trattiene e cuce con filo inestricabile gli eventi della nostra storia, eventi che per essere ancora presenti e interagenti strutturano significati e come tante piccole mani aprono varchi al nostro sguardo , costruiscono il puzzle della nostra identità. Perdere la memoria è perdere se stessi; lo fa una malattia così infame come l’Alzheimer,… Continue Reading
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