Tre poesie di Cristina Bove

254967_2016819429075_7064909_nSono nata a Napoli il 16 settembre 1942, vivo a Roma dal ’63. Ho cominciato da piccolissima a disegnare, a nutrire la passione per la lettura. In seguito mi sono dedicata alla scultura e alla scrittura. Negli ultimi tempi mi esprimo soprattutto in poesia. Mi sento testimone del mio tempo e della mia esistenza. Credo nella libertà e nella giustizia, penso che il rispetto della diversità sia un valore fondante tra gli esseri umani e ne sia inestimabile ricchezza. Sono alla costante ricerca di un significato in questo infinito mistero in cui mi sento immersa, ma non mi faccio più domande inutili. Amo la vita, i miei cari, e tutti gli esseri umani dal cuore buono e dalla mente aperta. Considero la poesia un linguaggio universale, l’esperanto dell’anima.

Ho pubblicato tre raccolte di poesie per la casa editrice Il Foglio Letterario:
Fiori e fulmini (2007)
Il respiro della luna (2008)
Attraversamenti verticali (2009)
e  Mi hanno detto di Ofelia  (2012) per le Edizioni Smasher
Sono presente in diverse antologie:
Auroralia (a cura di Gaja Cenciarelli)
La ricognizione del dolore (a cura di Pietro Pancamo)
Antologia del Giardino dei poeti (a cura mia e di altri poeti)

 

Ma fuori…

 

Non è sicuro nelle scene dismesse
il corpo avorio
liscio che ancora il mare
spande d’intorno e l’onda che ne assale
include sulla rena un abbandono
a battiti discordi
la sedia infissa nella sabbia
muta si veste di nottate bianche
piegate sui braccioli
una tastiera digita gli spazi
trascinandoli a riva
e il capitano
scrive di nebbia e porti in assolo
lei
tutta la vita al faro.

 

Meri Maat

 

La donna delle sette vite
appare quando
le luminarie cadono nel mare
e restano sospese diatomee
_il sole può risorgere dall’acqua_

scrive la vita
lungo i declivi dell’Ogdoade
piume di struzzo a contrappeso
la bilancia si acqueta in equilibrio

nelle concavità di oscuri nomi
le voragini inghiottono il domani
ma c’è quel puntoluce a trasgredire
fino alla soglia dell’eternità
_nascita e morte_
Incluse in ogni scampanio di stelle

 

Tra parasoli, lapidi e fisica quantistica

 

con una certa nonchalance _un cenno
rimediato da giorni in dotazione
Kronos ci fu magnanimo e solerte
aggettivando si potrebbe dire
cosa sicuramente più appropriata
:ardeva il fuoco
i corpi
in avanzato stato di contraffazione
oltre la cenere
ci vennero ridati

originariamente
nella scomposizione obbligatoria
anche un attimo di sopravvivenza
è un infinito aperto nelle brane
noi sparpagliati dentro buchi neri
ci scandagliamo effimeri
_ché soltanto la morte può rendere immortali_

 

 

 

18 commenti
  1. Conosco e apprezzo la poetica dell Sig.ra Bove fin dai tempi dei blog sulla defunta piattaforma di splinder, una poetica mai ostica e originale, moderna a mio avviso ma senza incorrere nei narcisismi di certi moderni.

  2. Quella di Cristina è una poesia che merita di essere conosciuta e bene fa La presenza di Erato a proporre tre testi su cui attentamente meritare; ma anche la breve auto-presentazione è poesia pura.

  3. Ha ragione Antonio Devicienti: anche l’autopresentazione è poesia. Solo chi sa donarsi con “cuore buono” e “mente aperta” può poi scrivere versi di così intima e universale bellezza!

  4. Tutto è poesia vera in Cristina Bove, donna di rara umanità.
    I suoi versi hanno una loro bellezza speciale.
    Amo questi tre testi qui proposti.
    Grazie.
    gb

  5. Ritrovo qui tutti gli elementi della poesia di Cristina Bove che amo – ivi compreso il gioco serissimo dei cambi di sillaba o di lettera a spiazzare e a dischiudere la strada al dubbio, alla riflessione, al pensiero divergente – e gioisco, perché la musicalità non arretra, anzi si coniuga perfettamente con il mordente della denuncia di “avanzato stato di contraffazione”. Grazie

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