È questa una raccolta di dialoghi impossibili in un “tempo di confine”. Il vuoto della pagina intorno ai frammenti fa eco alla voce che chiama e rimbalza sui muri del silenzio. Quasi più semplice conversare con i morti poeti che accompagnano l’autrice in una mappatura amorosa, in un pellegrinaggio tra luoghi reali e di sogno, tra il passato e un presente di domande taciute che “ospita l’orma/ di un cuore futuro.”
Elisa Biagini
la soglia dell’uomo di sotto
ti avverte:
petalo rovesciato
lo zerbino, cotto
infornato nella cenere
lui, sorride da un secchio
di sterpi
*
mi era apparso in sogno in abiti
orientali, armato di lancia biforcuta
parodia del male
*
nel tempo di confine lui magro,
immolava sulle are
di ruggine carni per sé
si divorava, sperando
di ingoiarsi
*
appaio gobba
al primo mio studente
di oggi
orrore che si veda
*
nel bosco, cadono
a valle con uno schianto
cardi dal cuore vuoto
già raccolti i marroni buoni
*
guardami
sono nell’angolo
dove la luce non penetra,
ancora buio sulle scale
anche sonnambule
voglio le tue mani
Cammino dei sospiri
Nel tappeto bagnato
mi avvisa il dolore al piede:
l’orecchino da tempo
perduto.
Nel poco spazio intorno
il caldo provvisorio
di un radiatore
e di colpo, il tuo accappatoio
nel chinarmi
mi sorprende le spalle.
corpo in ostaggio
Holter
sono qui per la latitanza
del battito
sono qui spillata, punta
da sguardi competenti
sfiorata da camici fiacchi
alla radio gracchia il cuore
sono questa cavità dove
stava l’organo disertore
Annarita Zacchi