Sezione I – Poesia inedita ispirata ai temi, alternativi tra loro, della Festa del Maggio, dei culti arborei e del rapporto tra l’uomo e l’albero.
Terza classificata:
DENDRON
Tutto ricresce, la pianta e l’unghia nera
si riformano strati e scorze e foglie
e prospera nel nuovo un terso umore
che illude di rinascite e avvenire
invece è il tempo che riempie mentre scava
e io che sfioro il bocciolo sfiorisco
è un moto d’elica o corda attorcigliata
questo rifarsi e sfarsi atomizzato
non è dato vedere il processo
ma solo il risultato
ANNA CHIARA PEDUZZI
Seconda classificata:
QUERCIA-GELSOMINI-CAPRETTA SIBILLINA
Sanguina e ride
la quercia che mi guarda
dalle radici.
*
I gelsomini
tentano di impiccarmi
se li trascuro.
*
Un settenario:
capretta sibillina.
Più sassi che erba.
Paolo Ottaviani
Prima classificata:
COSA RIMASE DOPO DEGLI ALBERI SE GLI ALBERI
Cosa rimase dopo degli alberi se gli alberi
si rovesciarono sulla tovaglia
gli uni sopra gli altri, fiammiferi.
Che cosa rimase al fuoco, ai fabbricanti
delle provviste e dei rifugi, che cosa
degli esseri terrestri e dei cieli rimase
dopo, dei loro nidi, dei gusci al riparo nei nidi.
Dopo sarebbe discesa, pietà e unzione di neve
avrebbe coperto, livellato. Io non ti ho portato
a vedere: le altitudini qui sono sacre.
I morti di tutte le specie, anche loro sono ciechi
anche loro si chiedono.
Silvia Secco