Nelle mani a volte il tuo corpo,
corolla appassita tra le guance e l’estremo delle dita.
Mai più l’adolescente primavera,
sussurriamo: mai fu tanto abbracciata la vita.
Eppure non invecchia la solitudine
e di nuovo la neve.
delle parole e del gioco
Unità non è il verso ma la parola
condizione di ciò che è accordo
e come tale, compie il suono e la grafia,
così che dall’informe pensare vengono incontro a volte
espressioni acute da sentirle perfino odorare
e senti esalare dentro alla stanza il grigio muffoso
del rimanere inutile. Sterile trovarsi e la mani al sonno,
l’aroma di vite bevuta e i compagni,
ognuno a dissetare solitudini tacite.
Confessioni del nulla parlare e il niente,
e ancora di spazi serrati, gli introversi pensieri
ed è ancora più forte l’odore imbrogliato, confuso
ardire e l’innocua codardia del dire.
Trovare dunque il dire giuste parole, parole per dire
tra i versi, unità unica in essi è arrivare
a sentirne gli odori. Appunto.
locuzioni amare
Sono nella tua demenza il potere e la direzione,
l’autorità e la volontà egemonica.
Sono l’ordine di ogni tuo movimento,
del tuo viso lavato, del fazzoletto che tieni in tasca.
Sono la testa, la guida alla tua ubbidienza. E sono
il precetto quotidiano e la regola di condotta.
L’impero dentro al quale trascorri l’esistenza.
*
Mai vedremo oltre. Ma tu la rugiada negli occhi.
Rendi libero il corpo in mezzo ai fiori raccolti nell’orto.
Non sono le frasi di conforto, non loro a sostenere,
non sono le preghiere, non loro a persuadere.
*
Non ci sarà descrizione delle cose vedute,
mentre fuori le visibili stelle,
riusciremo ad affondare questa attesa,
ma per ora non perderti dall’altra parte.
Roberta Dapunt
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.