Una scelta tra luci e ombre
Ogni scelta è una storia
sul filo di lana
contorto in matassa:
non c’è ragione
che si dipani
senza un telaio
di molte mani;
alla ricerca
di capi sciolti,
ci vanno in tanti
per varia sorte,
forse chiamati
dai bassifondi,
a scovar luce
laddove è nera
la superficie
che sa assorbirla,
ma non mostrarla,
come un riflesso,
all’ombra incerta
che le sta intorno.
Nessuna ambizione
Vorrei spogliare
il manichino che sono
dalle ambizioni che non ho
e che occorre esibisca in vetrina
come sperassi
le avessero tutti.
Potrei attendere
di passare di moda
o sfilare indifferente
su passerelle di nicchia,
dove l’eco dei gargoyle
rammenta l’umiltà.
Intanto l’acqua scorre
e non torna dov’era,
ma capita che ricordi
da dove è passata.
Asterìschiodi
Quante pareti sicure,
tante da isolare le stanze
ed esaltare l’intesa
con ciò che di me
più riconosco*.
Quanto ascolto incompiuto,
tanto da sfiorare l’ignoto
e rischiare l’accesso
a ciò che di te
meno immagino*.
Quanti chiodi in disuso,
tanti da allestire un museo
ed esporre gli errori
di ciò che di noi
non è stato corretto*.
*riconoscono
*immaginavo
*e ci rende così.
Déjà-vu
Portiamo dentro
polifonie intorno
e fantasie perdute
tra dure realtà;
e le mentite spoglie,
identità a ritagli,
caravanserragli
per culture ipocondriache,
memorie dionisiache
di fresca gioventù,
ricami all’incoscienza,
richiami all’apparenza,
profondi sottosuoli
e occhi da bambino,
aperti sulle strade
che fuori percorriamo.
Il mio posto
Comprendere una cosa
significa anche escluderla
da un possibile ignoto,
ma pur sempre possibile.
Il mio posto
è verso un forse.
Stefano Di Ubaldo
Stefano Di Ubaldo nasce a Lecco il 17/05/1993. Dopo il Liceo Scientifico, intraprende un percorso di studi dapprima all’Università Bicocca di Milano, dove si laurea nel 2015 in Scienze e Tecniche Psicologiche, quindi all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, dove sta ultimando il Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Cognitiva Applicata. Attivo nel volontariato sociale da diversi anni, si è occupato di animazione per ragazzi, forme di disabilità, cure palliative e carcere. Scrive poesie dal 2012. Oltre a partecipazioni in collane ed antologie poetiche e riconoscimenti in concorsi letterari (primo classificato nel Premio Poetico Amarganta 2018; terzo classificato nel IX Concorso Nazionale di Poesia Amalia Vilotta), nel 2017 sono state edite le sue prime raccolte monografiche: Scorci su giochi di regole (Aletti Editore) e Da qui in avanti, un passo indietro (Alétheia Editore). Nel luglio 2018 è stata edita la sua terza raccolta di poesie, dal titolo Verso un forse (Casa Editrice Antipodes). Tra i temi conduttori delle poesie, la cura, la ricerca e il cambiamento, come chiavi di lettura di una realtà in costante trasformazione. Tra i suoi autori preferiti, Dostoevskij, Bolaño e Cortázar.