Alcmane è un poeta greco fiorito a Sparta alla fine del VII sec. a.C. Il più antico autore di lirica corale a noi noto. Famosi i suoi partenii, recitati da cori, che iniziano con un racconto mitico legato alla fondazione di Sparta. Non mancano le invocazioni alle Muse, le celebrazioni delle festività che segnavano la vita religiosa spartana, le composizioni indirizzate alle famiglie aristocratiche per fine educativo. Musica e testo venivano composti per fanciulle e fanciulli eseguiti dagli stessi. Alcmane fu altresì autore di inni dedicati agli dèi e poemi celebrativi di ambientazione conviviale. Dal punto di vista metrico predilige i trimetri e i tetrametri dattilici e trocaici. Della sua produzione ci restano più di cento frammenti.
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Musa, orsù Musa soave che conosci molte melodie,
dal canto perenne, un’aria
del tutto nuova intona per il canto delle fanciulle.
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Musa, figlia di Zeus, celeste, io canterò con voce sonora.
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Me non più, fanciulle dal canto di miele, sacre voci,
le membra possono sorreggere, oh, oh fossi un cerilo,
che sul fiore dell’onda vola con le alcioni,
saldo il cuore, sacro uccello colore del mare.
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le parole e il canto Alcmane
trovò, con parole
componendo il canto delle pernici.
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spesso sulle cime dei monti, quando
la festa dalle molte torce compiace gli dèi,
avendo un vaso d’oro, un grande scifo,
come quelli che hanno i pastori,
versato sulle mani latte di leone,
preparasti un grande semplice cacio
per l’Argheifonte…
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quante fanciulle sono fra noi,
tutte lodano colui che suona la cetra.
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Eros di nuovo, a causa di Cipride,
dolce mi invade, riscalda il cuore.
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dormono le cime dei monti e le gole,
i picchi e i dirupi,
le selve e gli animali, quanti ne nutre la nera terra,
le fiere montane e la famiglia delle api,
i pesci nel profondo del mare purpureo;
dormono le stirpi degli uccelli dalle lunghe ali.
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Rifei, monti fioriti di selve,
cuore della nera notte.
175
è possibile tramandare la memoria delle cose presenti.
Alcmane
(traduzione di Antonio Aloni)
L’ha ribloggato su Paolo Ottaviani's Weblog.