L’avvicinamento al secondo futurismo e la precoce ammissione alla Biennale costituiscono per Aligi Sassu, appena sedicenne, lo stimolo a dipingere il ciclo degli “Uomini rossi” agli inizi del Trenta. La novità cromatica decide che al pianeta delle tinte scure tremendamente volumetriche, tipiche del Novecento italiano tanto in voga, si faccia spazio una tecnica dove il riempimento… Continue Reading
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