La vita è un tratto angusto, un torcersi nella patria dell’esistenza. Per ore e per giorni si sta sulle fattezze e sui dipinti dell’immaginazione, si cerca di continuo l’angolo idratato, l’angolo che d’inverno o d’estate bagna i corpi e le speranze. La vita ha le sue stagioni che attraversano le contrade più aspre, i mari più furiosi. Fa male il dente dopo aver troppo masticato, e fa male la vita, e se quel dente è la vita bisogna toglierlo. Non si sopporta il dolore, bisogna evitarlo. Il tempo col suo movimento annulla la speranza, lo spazio si fa sempre più ristretto. Ma Boris Vian passeggia sulla luna e sui fondali, trova grazie alla poesia la musica e i colori, scorge il bello nel “piccolo stelo d’erba”, riesce a recuperare nei meandri oscuri il bagliore della paurosa e magnifica rinascita.
La vie, c’est comme une dent
La vie, c’est comme une dent
D’abord on y a pas pensé,
On s’est contenté de mâcher
Et puis ça se gâte soudain
Ca vous fait mal, et on y tient
Et on la soigne et les soucis,
Et pour qu’on soit vraiment guéri
Il faut vous l’arracher, la vie.
La vita, è come un dente
La vita, è come un dente
All’inizio non ci si pensa
Felici di masticare
Ma poi ecco che d’improvviso si guasta
Fa male, e preoccupati
Lo si cura non senza fastidi
E per essere veramente guariti,
Bisogna strapparlo, la vita.
Un poète
Un poéte
C’est un être unique
A des tas d’exemplaires
Qui ne pense qu’en vers
Et n’écrit qu’en musique
Sur des sujets divers
Des rouges ou des verts
Mais toujours magnifiques.
Un poeta
Un poeta
E’ un essere unico
In tanti esemplari
Che pensa solamente in versi
E non scrive che in musica
Su soggetti diversi
Sia rossi che verdi
Ma sempre magnifici.
Boris Vian
(traduzione di G. A. Cibotto)