
Umbeto Saba (Trieste 1883 – Gorizia 1957)
Già dal 1913 il poeta Umberto Saba lavora al Canzoniere concependolo come un progetto di messa a punto del cammino poetico compiuto. L’opera, a cui Saba dedicherà un continuo e costante aggiornamento, comprende 437 poesie scritte tra il 1900 e il 1954, vede la sua prima edizione nel 1921 con tiratura di 500 copie edita in privato dalla “Libreria Antica e Moderna” di Trieste di cui Saba era titolare fin dai primi anni successivi alla Prima guerra mondiale. Il continuo lavoro di aggiornamento del Canzoniere vedrà in seguito altre edizioni (1945, 1948, 1951) fino all’ultima del 1957, l’anno stesso della sua morte. L’opera si può definire più che una raccolta di sezioni indipendenti una vera e propria “autobiografia in versi” dove temi ricorrenti sono l’infanzia, la natura e gli animali, l’amore, la città di Trieste, la raffigurazione di sè e lo scavo nell’interiorità, fino a giungere, a partire dalle liriche pubblicate a partire dagli anni Trenta, all’elemento psicanalitico: il poeta analizza il proprio passato con gli strumenti dell’ analisi freudiana. In tutto il Canzoniere, ma in particolare nella raccolta Trieste e una donna la sua città è “la città” per definizione, amata nei suoi angoli segreti, quanto nei suoi quartieri popolari ed affollati, in cui il poeta ama perdersi, uomo tra gli uomini. Non è la città frenetica, animata dalle macchine e dalla velocità dei futuristi o la città carica di angosce degli espressionisti. E’ spazio di incontro umano e sociale della gente umile che la abita. E’ un luogo dove si può cogliere il piacere dell’incontro con gli altri e con la quotidianità. Saba nutre un sentimento particolare proprio per la zona chiamata “Città Vecchia”; il nucleo più antico di Trieste che comprendeva anche il Ghetto ebraico, e dove Saba nacque nel 1883 ed abitò fino al 1909 anno in cui contrasse matrimonio con Carolina Woelfler. Città vecchia è una lirica che si può considerare come la realizzazione di una costante della poesia di Saba: l’immettere la sua vita nella vita di tutti, essere come tutti gli uomini di tutti i giorni. E’ un viaggio attraverso la città, attraverso il bene ed il male che c’è nella vita fino a scoprire in quelle persone che popolano quelle vie e quei luoghi la presenza di Dio.

Trieste – Città Vecchia
CITTÀ VECCHIA
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.
Umberto Saba
Ascolta la poesia letta da Gianni Caputo