Tre poesie inedite di Paolo Ruffilli

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Nati dal corpo
di natura, distaccati
e alzati in volo, ma
ricaduti in ansia
e per paura.
Eppure amando
per se stessa,
sì, la vita.
Disamorati
delle cose umane
per l’esperienza
ma poco a poco
assuefatti a rimirarle,
quelle, da lontano
e, nel distacco,
vedendole più belle.
Disposti a sopportare
disagi e strazi
misfatti ed infortuni.
Chiusi nel sogno
intatto di uscirne,
chissà come, immuni.
 
 

*
 
È un’astrazione
e non un fatto:
l’oggetto
di un pensiero
un concetto
più che un sentimento
uno stato desiderato
inseguito dalla mente
eppure insoddisfatto
perduto prima
di averlo conquistato
e, dunque, mai goduto
(sempre sul punto
di essere…) creduto
e delirato:
il senso del piacere.
 
 
*
 
Da me forniti a me
e usati, per dovere,
via via lasciati
andare tali e quali
intanto a fondo.
Nonostante
sia inutile sapere
che il sole
si è levato o tramontato
che fa caldo o freddo
che qua e là
è piovuto o nevicato.
Mi faccio imbrogliare
dai segnali partiti
dall’oggetto morto
per l’amore
che ancora porto
mio malgrado
ai vizi capitali.
 
 
 
Paolo Ruffilli è nato nel 1949. Ha pubblicato di poesia: La quercia delle gazze (Forum, 1972), Quattro quarti di luna (Forum, 1974), Notizie dalle Esperidi (Forum, 1976), Piccola colazione (Garzanti, 1987; American Poetry Prize), Diario di Normandia (Amadeus, 1990; Premio Montale e Premio Camaiore), Camera oscura (Garzanti, 1992; Premio Dessì), Nuvole (con foto di F. Roiter; Vianello Libri, 1995), La gioia e il lutto (Marsilio, 2001; Prix Européen, Premio Giovanni Pascoli), Le stanze del cielo (Marsilio, 2008; Premio Rhegium Julii), Affari di cuore (Einaudi, 2011), Natura morta (Nino Aragno Editore, 2012, Poetry-Philosophy Award). Di narrativa: Preparativi per la partenza (Marsilio, 2003; Premio delle Donne); Un’altra vita (Fazi, 2010); L’isola e il sogno (Fazi, 2011). Di saggistica: Vita di Ippolito Nievo (Camunia, 1991), Vita amori e meraviglie del signor Carlo Goldoni (Camunia, 1993); oltre a numerose curatele di classici italiani e inglesi, per Garzanti, Mondadori, Rizzoli. Ha tradotto: K. Gibran, Il Profeta (San Paolo, 1989), R. Tagore, Gitanjali (San Paolo, 1993), La Musa Celeste: un secolo di poesia inglese da Shakespeare a Milton (San Paolo, 1999), La Regola Celeste – Il libro del Tao (Rizzoli, 2004), Osip Emil’evič Mandel’štam, I lupi e il rumore del tempo (Biblioteca dei Leoni, 2013).

www.paoloruffilli.it 

 

6 commenti
  1. TRANQUILLA

    Tranquilla attraversa la strada,
    guarda con gli occhi a terra
    calpesta la pozzanghera che specchia in una nuvola,
    sente correre luce
    Così, tra se e se assopita, oltrepassa la soglia del tempo.
    E santifica giorni che non vive

    Anche se non vedi
    è nella mente col pensiero,
    e gli occhi che ti ridono
    luce nei suoi riflessa.
    Sente il tuo odore addosso
    in ogni spicciolo di aria che respira.

    *

    Idea-dici- un’idea.
    Dolce, piacevole, creata per piacere.
    Il viso giusto e le parole,
    il segno e l’espressione tue da sempre.
    Così dai segni risale alla persona
    e la attraversa a nuoto,
    godendo nell’attraversare
    ciò che non conosce per davvero.
    Il segno o la persona?
    L’idea formata o il sogno?

    (La realtà si specchia in un’ immagine)
    Chiude gli occhi
    ripiega le membra
    e alla fine cosa resta?
    (L’immagine riflessa nello specchio)

  2. “Chiusi nel sogno
    intatto di uscirne,
    chissà come, immuni.”

    Leggere i versi musicali, dal ritmo leggero come un’ala in volo, del poeta Paolo Ruffilli è sempre un piacere raggiunto e goduto pienamente, parafrasando un poco alcuni suoi versi e invertendone il senso.
    La vita come sogno è l’aspirazione anche di chi scrive.
    Innalzarsi in volo e vedere da lontano le cose umane di cui si è disamorati, pur amando la vita, dà un’idea del pensiero poetante di Paolo Ruffilli, tra volere e disvolere, amare e non amare, desiderare e non desiderare più, pur desiderando ancora. Non bisticcio di parole ma complessità di pensiero e levità nell’esprimerlo.

    Giorgina Busca Gernetti

  3. Leggo ancora questi splendidi versi di Paolo Ruffilli, e li trovo straordinari e unici. Sono leggeri, musicali e fortemente incisivi. Profondi e significativi. Restano stampati dentro.

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