Sei poesie di Giancarlo Baroni da “I nomi delle cose”, puntoacapo – 2020, nota di Ivan Fedeli

BARONI COP fronte ridottaIn bilico tra Valerio Magrelli e Luciano Erba, Giancarlo Baroni osserva la realtà con occhio da vedetta e il suo sguardo restituisce quadri di vita mai scontati o dati per certi. C’è una sorta di ironia di fondo che, talvolta, agisce in profondità e, senza corrodere, opacizza il fare umano e cerca una parola definitiva, un lasciapassare, con cui restituire un intero a tante situazioni frammentarie, senza sbocco. Una poesia arguta, quella di Baroni, fatta di scatti cerebrali, ipotesi, situazioni limite (l’uscio, la frontiera, il fronte, le zone franche): qui l’uomo si trova di fronte a uno specchio e dubita di sé e del suo riflesso. È nella terra di nessuno, insomma, che si svolge la storia e la scommessa è quella di trovare un confine. Ne deriva una sorta di situazione metafisica dove resistere con mandel’stamniano rigore. Lo stile, nitido, dà unità ad un lavoro serio e originale. Il poeta emerge dalle pagine e coincide con l’uomo: è la preoccupazione del mondo che porta a scrivere e la pietas si insinua nei versi, quasi un’ombra cercasse di dare riparo. Autore riconoscibile e maturo, Baroni ne I nomi delle cose crea un sistema chiuso con il lettore, in cui il diaframma della scrittura è facilmente penetrabile per chi, con occhio vigile a sua volta, sa riconoscere i segni di una fragilità umana da tenere cara e proteggere, cosa questa mai scontata.

Ivan Fedeli

 

Assediati

Pronti a trafiggerli
con le frecce dagli spalti
a ustionarli di liquidi bollenti

scorte di cibo abbondanti. All’improvviso
piove il corpo di un appestato
lo scagliano con una catapulta.

 

Lasciapassare

Recinti una fetta di universo
appendi vietato entrare

concedi un lasciapassare
ai conoscenti che portano
il vitto quotidiano.

 

Ti osservano:

quando meno te lo aspetti
quando vorresti nasconderti
dietro un riparo inesistente

quando non te ne importa niente
rannicchiato nell’angolo
in piedi al centro della cella.

 

Che renda sopportabile l’aldilà

Detesti a tal punto il dolore
che del tuo hai scelto di non parlare.
Dici succederà anche troppo

quando da sottoterra dovrai raccontare
i motivi della tua morte
alle anime numerose che in ascolto

a turno riferiranno i loro.
Perlomeno ti auguri si possa
ogni tanto variare

inventando una versione inedita
immaginando qualche vicenda avventurosa
che renda più sopportabile l’aldilà.

 

Siete voi che amiamo

Siete voi che amiamo
care signore
che stamattina
attraversando questa strada
l’avete profumata di pane.

Sporgeva dalle vostre borsette
come una luna in miniatura.
Sappiamo che tenete
nei portafogli come resto
le chiacchiere del droghiere,

e che per ogni
confidenza scambiata
– per ricordarvi
di scordarla al più presto –
stringete un nodo sottile al fazzoletto.

 

L’ipotesi di un sogno

Fu strano
trovare in mezzo a questo buio pesto
dentro la nebbia e il fumo
fra questi strappi fastidiosi
di penombra, l’ipotesi di un sogno.

Un uomo qualcuno
fatto di carne e di ossa
sussurravano
più con docile
curiosità che con spavento.
Orfeo, immaginai,
l’amante temerario che ritorna ancora
e ancora a sfidare la morte.

Invece Enea bisbigliavano
Enea riconosciuto.
Era davvero lui,
quanto l’ho amato
se per amore suo
senza averne di me mi uccisi.

Fu infine troppo lento
il suo passare, e lungo
lo sguardo: lui
a cercare altrove
io la mia pace.

Giancarlo Baroni

 

downloadGiancarlo Baroni è nato a Parma, dove abita, nel 1953. Ha pubblicato due romanzi brevi, qualche racconto, un testo di riflessioni letterarie e sei libri di poesia. Le ultime due raccolte di versi: I merli del Giardino di san Paolo e altri uccelli (Mobydick, 2009; nuova edizione illustrata e ampliata, Grafiche STEP, 2016) e Le anime di Marco Polo (Book, 2015). Ha coordinato, assieme a Luca Ariano, l’antologia Testimonianze di voci poetiche. 22 poeti a Parma (puntoacapo, 2018). Nel 2009, 2010 e 2011 ha letto a “Fahrenheit” (Rai Radio 3) diverse sue liriche, alcune in occasione del Festival della Filosofia di Modena. Per quasi vent’anni ha collaborato alla pagina culturale della “Gazzetta di Parma”. Sue poesie sono state tradotte in lingua inglese dal poeta Max Mazzoli e in francese dalla poetessa Marilyne Bertoncini. Per la rivista on line “Pioggia Obliqua. Scritture d’arte” cura una pagina intitolata “Viaggiando in Italia”; collabora a “Margutte. Non-rivista on line di letteratura e altro”. Poeta per passione e fotografo per diletto, ha pubblicato tre piccoli libri fotografici: Sguardi dell’arte, Bologna e Due volti di Parma; tutti e tre fuori commercio.

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