Cinque poesie di Bruno Di Pietro da “Colpa del mare e altri poemetti” Oèdipus Edizioni – 2018

download.jpgDi luce e di universo è bagnata la scrittura di Bruno Di Pietro, che in poco più di centosessanta pagine ha raccolto i frammenti di totale intensità del suo cammino poetico. Uno zigzagare tra nostalgia e tensione che ha il sapore di un rosario antico sgranato tra Elea e Metaponto, in attesa, sulla riva, che l’infilare riordini anche il sentire. una coppa di vino, il miele fresco dei greci antichi, un soffio di vento a increspare le ionde aperte sul mondo. E’ questo e tanto altro ancora Colpa del mare e altri poemetti.

(dalla prefazione di Alfonso Amendola e Barbara Cangiano)

 

Io rifiuto la questione trita
per cui una cosa deve avere inizio.
Ti aspetto sul ciglio della vita
nel luogo dove non c’è giudizio
né perdita o profitto se le dita
indugiano ai capelli al vizio.
Ti aspetto ai margini nell’interstizio
nel vento inquieto della via d’uscita
dalla paura di cui sei l’indizio.

*

Il tuo leggero gemito in amore
le labbra appena aperte nel sorriso
avari fiori, come l’elicriso

*

Avremo aurore rosa corallo
nel giardino di cedri e d’assenzio
suoni inauditi nel silenzio
avide notti cariche d’antico
coppe di legno colme di vin santo
e accanto il miele delle bocche
schiuse: cose da niente i baci

*

Il delfino confuse il suo viandante
all’incrocio girevole del ponte

apparve un lago Taranto di fronte
la costa disarmante, disarmata

(solo una scheggia di tempo fu data
prima del cambio di chi sopravviene)

*

qualcuno mandi
messaggi a oriente:
dicano a Giustiniano
di codificare
tutte quante
le leggi dei padri
(qui ogni porto
è governo di ladri)

Bruno Di Pietro

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