I poeti elegiaci greci: Tirteo

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Poeta greco, Tirteo nacque probabilmente a Sparta e visse al tempo della seconda guerra messenica (640 a.C). Della sua opera, raccolta dagli antichi in cinque libri (canti di guerra ed elegie d’esortazione al combattimento e componimenti sulle costituzioni di Sparta), ci sono pervenute tre odi e numerosi frammenti. Al centro della poetica di Tirteo è la definizione dell’ideale di virtù spartana che viene a coincidere con il coraggio di chi combatte e muore per la patria a differenza della gloria individuale perseguita dagli eroi omerici.

*

Fu Zeus Cronide, sposo di Era dalla bella corona,
che assegnò questa terra agli Eraclidi.
Insieme a loro lasciammo Erineo ventosa
e giungemmo alla grande isola di pelope.

*

Al nostro re Teopompo, amato dagli dei:
con lui prendemmo la vasta Messenia.
Messenia: terra buona da arare, buona da seminare.
Per lei fecero guerra diciannove anni,
senza mai tregua, con tenace coraggio,
i padri dei nostri padri, con la lancia in pugno.
Al ventesimo anno, i Messeni lasciarono
le fertili campagne, via dalle alte vette di Itome.

*

Come asini schiantati da pesante soma
che portano ai padroni- necessità luttuosa-
la metà di tutto quanto la terra genera.

*

E piangevano i padroni- noi e le nostre spose insieme-
quando il destino doloroso di morte li coglieva.

*

Con in petto un ardente cuore di leone.

*

I confini della virtù raggiungi, o di morte.

Tirteo

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