Tamara de Lempicka, Il bacio – 1922
Sorriderti forse è morire
Sorriderti forse è morire,
porgere la parola
a quella terra leggera
alla conchiglia in rumore
al cielo della sera,
a ogni cosa che è sola
e s’ama col proprio cuore.
Alfonso Gatto
Lettera d’amore e di commiato di un corpo alla sua anima
. Animula vagula blandula
. Hospes comesque corporis…
. Adriano
Mi abiti così diffusamente che trascuro
di darti mie notizie come di specchiarmi
quando un morso da dentro dice che esisto
e non occorrono altre prove o non ne voglio.
A volte credo di vederti in trasparenza
sento che ho male a te ma non lo do a vedere.
So che vivi sull’orlo di una frana e patisci il vuoto
la pioggia battente su quanto continua a finire.
Ci declina talmente alla sprovvista il tempo
che siamo sempre in ritardo di un giorno
una parola, un bacio. Vedi, oggi non brilla
plana stemperando la ferocia dei roseti
sulle note a ritroso di campane a morto.
Portano a sepoltura un altro involucro
il seguito è un corteo d’inadempienze.
Ho tinto di nuovo i capelli per ingannare questa infermità
versato il denso nell’effervescenza di un bicchiere.
Si scioglierà il dolore o noi per primi?
Non temo l’orizzonte degli eventi
tremendo è questo nostro essere legati e dissolubili
come il mare in un invaso di saline.
Prometto che sarò docile alla lisi, ma non adesso
con questa luce severa che pettina le foglie mugolando.
Segui la prassi dell’ape regina quando avrò
in bocca sapore di compiuto, la rotondità del favo pronto.
Allontanati in punta di piedi dopo avermi rimboccato la coperta
come un’amante che ha pietà della sua carne.
Pensami di rado o, se sai come si fa , dimentica.
In certi casi è l’unica salvezza
come un perdono, ma più definitivo.
Maria Grazia Di Biagio
Sconosciuta
Il caos e la farfalla
te li spio a fior di colonna
ma non leggi
il “grazie d’esistere”, plani
foglia sospesa.
Tempo e distanza non firmano consensi
o frasi d’epilogo scritte in disparte, a un passo
da te pretendo l’agguato che s’apre
arrivo infallibile dietro l’errore.
Gaia di zelo abbordi primizie d’inganno,
cerva in sella insegui gioventù e scorci
mete abiurando il mio cielo dentro l’edicola
ma diario a metà sei dono che la farfalla
incide penna. Taccio,
con l’eco mi scanso atona freccia.
Michele Rossitti
Appuntamento
C’incontreremo allora, forse
a metà del ponte di pane
che riporta a casa –
chiari di silenzio e arcobaleno,
muri senza altezza:
due luci che s’immergono i colori
e scoppiano di senso,
due bimbi che si prendono per mano
e in uno sguardo bevono il sereno,
così penso –
per essere, di noi
la parte più preziosa
il più bel dono.
Ci aspetteremo fuori,
finalmente dentro
in ogni cosa.
Ho sete di bellezza e verità.
Ti lascio, amore, questo
appuntamento.
Marco Onofrio
Staffetta
Lenti spesse inforco
e macino chilometri di stampa.
Di giorno mi ammanto
di presbite fierezza, la sera resto.
E mentre duettiamo,
caro (è il Lied delle anime belle),
curve nella sala
giocano ai tavoli le frotte ostili.
Vorremmo rovesciare
tavole e torme a imitazione perenne
di quel gesto che fu
orma indelebile, desistiamo però.
Anna Maria Curci
Potevi lasciarmi almeno l’eco
Se ti fermi non fiati,
non degni neppure uno sguardo.
Se ti muovi vorrei capire
perché scuoti la massa,
perché la brezza sa di fulcro
e non di crosta.
A gambe nude il fluido è pieno.
Ho mosso il capo, è vero,
ho posto l’occhio sull’involto.
Potevi lasciarmi almeno l’eco
sull’osso sacro.
Luciano Nota
“Ho sete di bellezza e verità.” (Marco Onofrio)
Congratulazioni a tutti
Sì, faccio eco a Giorgina Busca Gernetti, a tutti a tutti complimenti
“Ho tinto di nuovo i capelli per ingannare questa infermità
versato il denso nell’effervescenza di un bicchiere.
Si scioglierà il dolore o noi per primi?” veramente poesie bellissime!