Erato a Matera, i videomessaggi: Paolo Ottaviani

Buongiorno dalla redazione con il videomessaggio di Paolo Ottaviani.

7 commenti
  1. Commosso per la bellezza, e meravigliato per l’esito felicemente discorsivo di queste controllatissime poesie. Mi ha fatto piacere ascoltarle dalla sua voce. Freccia della parola montagna pare un autoritratto, del poeta, con quella piccola selva di capelli che ha spinta sul cucuzzolo. Grazie.

  2. Sono io a ringraziare Lucio Mayor Tosi per la sua commossa, intelligentissima attenzione. E mi scuso per l’incertezza dell’audio o della dizione che può aver generato un errore. L’ultima poesia letta nel video infatti si intitola “Treccia della parolamontagna” dove “Treccia” indica una forma metrica di mia invenzione e “parolamontagna” è un neologismo costruito per agglutinazione.

  3. Il sonoro non le ha reso giustizia, gentile Paolo Ottaviani. Mi piacerebbe leggere i testi di questo “videomessaggio” per colmare le lacune del mio udito. Congratulazioni per la partecipazione.
    Giorgina Busca Gernetti

  4. Gentile Giorgina Busca Gernetti, ecco il testo delle cinque poesie che ho letto nel video, tutte presenti, se volesse approfondire, nella mia ultima raccolta “Nel rispetto del cielo”, puntoacapo Editrice, giugno 2015. Un cordiale saluto. Paolo Ottaviani

    Le tre tartarughe

    Tre tartarughe sognano gli stessi
    ventosi bagnasciuga dove varia
    batte e rientra l’onda e brevi amplessi
    offre alla terra. Qui più necessaria
    si fa l’essenza occulta della quiete
    e corre un balenio, va nell’aria
    in fragile evidenza. È la sete
    d’amore prima del buio, del vuoto
    immenso. Le tre testuggini inquiete
    sognano un lido ventoso ed immoto.

    Mio padre dipingeva una montagna

    Mio padre dipingeva una montagna
    e faggi e mulattiere dalla tela
    gemmano ancora, la neve accompagna
    una bianca memoria che tutela
    la terra e i boschi dell’immaginare
    come linea ignota e parallela
    corre dalla tempesta al limitare
    del cuore dove nasce lo scompiglio
    che dura dentro i sogni, in quell’amare
    confuso tra la neve, il padre, il figlio.

    Balestrucci

    Toccano le foglie e la memoria
    azzurra dell’ellissi
    planano sugli ossidi tra cimase
    sgretolate i balestrucci
    inquieti sulla smarrita via.
    Non chiedono che il nido sfidi l’eterno.
    È l’uggia passeggera dello stentato volo
    la tegola divelta
    i platani bruciati del viale
    il crollo subitaneo di quest’ora
    a ridere sui tetti tra le antenne.

    Graziosa epifania

    Dove andrà questa sera
    piovosa di settembre
    in quale antro d’azzurro, in quale schiera
    di morti, in quale pianto di novembre,
    dentro quale memoria
    di roccia ogni goccia si farà storia,
    fulmine e poesia?
    Graziosa epifania
    di una pioggia immortale che ricade
    sui vivi ma bagna i morti nell’Ade.

    Treccia della parolamontagna

    salì sul monte… si mise a parlare
    MATTEO, 5, 1-3

    La parolamontagna nasce dentro la roccia,
    come un’ebbra giunchiglia nel cuore oscuro sboccia
    di un profeta: castagna chiusa nel riccio, figlia
    della terra e del fuoco nel talentuoso giuoco

    che natura ci dona: qui la vita s’intreccia
    con radici e pietruzze veggenti di corteccia
    cerebrale, risuona tra escrementi e pagliuzze,
    qui solerti fanciulle vanno nude su brulle

    pianure beate:
    la terra abitata
    da furie malate
    è terra beata!

    Nell’assalto del vento la montagna racconta
    ai clementi le storie più arcane: c’è l’impronta
    bianca di un sedimento di voci e di memorie
    sulle remote cime. Vaporosa e sublime

    la parola abitata da vette e gioghi irriga
    i deserti di dolci fiumi, indora la spiga
    del grano ed echeggiata dai poeti nei dolci
    carmi agresti, prepara nel silenzio un’ignara
    stagione di lodi.
    Grida nel deserto,
    cecità degli odi
    sotto il cielo aperto.

    • Gentilissimo Paolo Ottaviani,
      che cosa avevo perso a causa del sonoro troppo basso!
      Oltre alla profondità del pensiero, allo spessore etico e alla varietà dei temi, mai futili (vedi i “balestrucci”), ho molto apprezzata la raffinatezza delle scelte lessicali e delle “callidae iuncturae”. L’abilità tecnica della “treccia” è notevole, ma la poesia-gioiello è ” Graziosa epifania”.
      Di nuovo congratulazioni, ma questa volta per le pregevoli poesie

      Giorgina Busca Gernetti

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