È in quel remoto soffio
dentro il cuore
che ognuno riconosce
il suo destino.
Il sogno più proibito:
l’idea di un infinito
perfino quotidiano,
lasciato in sorte
al corpo dell’amore.
Arreso e imprigionato
per conservare intatto
il suo sapere,
sottratto al vuoto
tenuto tra le cosce
a lungo, invano,
come l’acqua
che scivola comunque
dalla mano.
Paolo Ruffilli
*
I
Ammaliati. Morire d’amore
al centro di un querceto.
Gonfiarci nel caldo fardello.
Cercarci, rifarci dove prima eravamo,
dove il bosco si apriva
al linguaggio delle malve.
E le querce non parlavano,
spiavano.
II
Quel gruppo di ragazzi
che sta a guardarci
sorride ai nostri abbracci
rifratti sulla fronte.
III
No, non abbiamo colpe.
La nostra smania va oltre
la coltre degli innamorati.
Luciano Nota
*
Se di dio l’inferno è privazione
è lontananza
è disperazione
capisco, allora
perché chiamare inferno
la notte in pieno sole a mezzogiorno
la sofferenza muta senza ali
(che scava fiumi in piena sul
mio viso
e mi dirompe dentro
come il tuono)
di questi giorni amari senza amore
sempre più corti, sempre più crudeli
dove ogni istante è un secolo che
muore…
Eri tu, il mio solo paradiso:
sono nato ed esisto per amarti.
Marco Onofrio
*
Stavo per andare a comprare il sale
quando ti vidi intenta ad asciugare
i lunghi capelli al sole. La tosse
e il catarro impedirono di dirti
di venire dentro. Sembrava cosa
da fare sposarsi e partire in guerra.
La notte sentii un piagnucolio
sussurrare ad un orecchio da una vita:
ti ho veduto al fronte colpito a terra,
la neve che congelava le dita.
Di me si son presi cura i parenti
la chiamano reversibilità,
mi hanno legato mani e piedi al letto,
mi hanno strappato i capelli uno ad uno
uno ad uno come i giorni
stanchi e lenti all’imbrunire,
recisi dal telaio
dalla tela del ragno,
una ad una anche le notti
fredde e disperate all’alba,
slegate dall’ordigno
di un rotolo di spago.
Al mattino ti vidi nel giardino
asciugare i lunghi capelli al sole,
sto andando a comprare il sale, ti dissi.
Abele Longo
*
I
…e ancora mi provochi
a resistere al tuo silenzio,
a morire come l’ombra
che dopo il breve salto
si stringe al nero delle viole
II
Amore rampicante
è questo nostro corpo diviso –
tendere al cielo le punte,
intrecciando ad ogni fiore
un respiro una parola
III
Metterò su un piatto
la mia prima morte, amore –
fai tu lo stesso sull’altro:
nell’ago tormentato vedremo
l’onda che torna al suo naufragio
Luca Cenisi
L’ha ribloggato su "LA MELA ROSSA DIMENTICATA" di Giorgina Busca Gernetti.
(Vanno bene i complimenti seppure in ritardo?)
Gentilissima Met(h),
per la mia piccola parte, i tuoi complimenti sono più che graditi. Grazie!
Giorgina
Questo mio ringraziamento dovrebbe essere spostato sotto il post “Le dodici poesie selezionate…”. Tuttavia, la presenza dei cinque poeti di questo gruppo mi spinge egualmente a ringraziare per l’apprezzamento delle loro eccellenti poesie.
Giorgina
Carissima Meth, vanno bene, vanno bene!