Sillogi edite vincitrici della IV edizione del premio letterario “L’Albero di rose”- Sezione III

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Sezione III – Poesia edita

Terza classificata:

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e sembra scenda sera
su queste calli stanche
quando una luce fioca
smorza le voci attorno:

e il sole che si nega
per la nube che passa
è un attimo rubato
alla calca che impazza

 

TAROCCHI

si sciolgono i colori come i modi
incerti che non sanno più predire –

incredulo mi rimira l’Appeso
mentre le nubi abbuiano la Notte

 

AD A. C.

se è il dolore di me che ti spaventa
non ha colpa la mia poesia:
la vita
a volte si fa nera nell’inchiostro
più del nero che incrosta sulla carta

ma la luce che filtra dalla grana
dice a me – nel silenzio – tutto il bello

 

LA PASSEGGIATA

risalendo con te Costa San Giorgio,
ridi perché scatto foto alle insegne
alle targhe sui muri scalcinati –

ti dico allora chi pose i suoi passi,
chi corse coi suoi versi la salita
nel punto dove incontra la Scarpuccia…

fingi di non comprendere, di perderti
nell’affanno che rallenta il tuo passo;

ma poi ti volgi e guardi verso il basso:
un varco, le scale – la luce e l’Arno

 

CARAVAGGIO

ora il gemito sborda, quasi slabbra
la coltre di povere rissosa

tra le spire di luce si profila
l’immagine ricolma di terreno
amore e il santo non basta a salvare
il mandato –
l’uomo è il suo centro, il mondo:
il nero avvolto nella cupa macchia

Fabio Michieli (Dire)

 

Seconda classificata:

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MONTE ANALOGO
a Eleonora

Per la frazione del lampo
ti sei immaginata oriente della voce
dove il tuono si ode a distanza di ore

ma se gridasti fu per l’unisono
se leggesti fu per la vista seconda
se cadesti fu per mancarti

e tutto è senza nome, aperto
e sacro come l’occhio del lupo
o come il patto, il suicida, l’innato.
Sono secoli e artigli.
Cuore dominante sulla soglia,
lo sai: la ferita come la benedizione
vuole solo l’altra parte.

 

AFFERMAZIONE

Dici: continuerò a credere e tu devi accettarlo –
io sono questa veste, l’icona rubata e
la gioia a bruciapelo che non smette più –
e io lo so: anche questa pioggia cade
dall’altro mondo, e la sirena di fabbrica
esce dal corno della genesi

ma nessuna pietà per le pietre,
o per le terre: solo la nave le vene
e le vele in fiamme
ci condurranno e ci negheranno:
perché, te lo ripeto ancora, noi resteremo.
C’è solo la guerra del cielo dei violenti
e prima solo un freddo alla tempia,
un cerchio assoluto
la pura incarnazione, nell’orbita.

 

CASA DEL 30 LUGLIO 2006
a Stefano Massari

Eppure volevi una grazia senza legge
per forbici russe nascoste tra le camicie
o per i tuoi quarant’anni festeggiati
nel parco dei persuasi,
o gli altri comandamenti,
i passi falsi: e ancora torna quella sera,
i fratelli ridono fino alle lacrime
quando le morti non sarebbero accadute
e vi eravate incontrati nello squarcio
del tempo e delle vite: eppure
tu sei ancora lì, con il bicchiere di vino bianco,
il conto pagato a metà, le voci dei solitari,
l’unico coro che hai mai amato.

*

L’estremo ti trova senza motivo
sostanza misericordia non ritrattabile
e vene infuse nel marmo senza
le molte avvisaglie del passo falso.
Dicevi grazie all’unica volta,
perdutamente, ma ricorsive come
le vite nel passo ancora falso
le nuove metriche erano
il corale che cantavi da solo
per tentarti, per tradirti, per
sottrarti: ma tu credevi, avevi te stesso
colpa e notturno cardiaco.

*

È sempre il febbraio delle carte decifrate –
anche per un sasso che affonda nella neve
mentre tu ritorni dal lavoro e dal presente:
ma tutte le menti amate sono sconfitte e gloriose
perché, guardami, i cieli sono tutti scritti,
feriti a morte e ancora sacrificati, come soldati.

E dall’altra parte piove –
dovremo dividere pane e terra,
finché non saremo pane e terra.

Lorenzo Chiuchiù (Le parti del grido)

 

Prima classificata:

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I

Il “Processo dei medici” di Norimberga per Crimini contro l’Umanità si svolse dal 9 dicembre 1946 al 19 luglio 1947. Nei 18 volumi degli Atti si parla anche di esperimenti disumani come il trapianto di ossa e le iniezioni di pus.

L’archivio ardente:

Dodicimila pagine di febbre.

I fogli s’assottigliano in fessure

Di fatti in controluce: esperimenti

Mentre l’inverno ci divora.

In risalita rantoli e lamenti.

Questa parola spacca gli schedari.

I documenti di Norimberga sono le ali
del più vorace voluminoso orrore.

*

In immersione
i pesi sul cuore
attaccato al cavo a perpendicolo.

Raccogliere Tempo dai sassi profondi manoscritti.

Tempo estremamente lento
con pezzetti di suono e cortecce non udibili.

Nessuna elegia del sentimento deve sortire liberazione o catarsi.

Solo suono protozoico deglutito nell’oratorio del pozzo.

*

Una sopravvissuta parola
offerta sul piatto
del foglio.
ha attraversato
la forte ondata del gelo di Auschwitz.

– che sotto ogni rispetto è una località migliore di Dachau
Perché data la vastità del territorio si desta meno curiosità- (Citazione da Satana)

Una sopravvissuta parola
È stata quattordici ore all’aperto
Con sei gradi sotto zero.
Parola congelata e poi salvata con un bagno caldo.
Parola che si presenta mutila
Maceria e suono di animale.

Una sopravvissuta parola è il
Lungo dolorante muggito
Che risuona dal mattatoio planetario.

Perché i soggetti da esperimento muggiscono
Quando gelano. (Citazione da Satana)

*

Questi i dati
terminali:

Lo zampillo è purpureo al pericardio
bianca la carta
avorio il muco
aria acquatica nei vasi epatici.

Aprì la lettera con un tagliacarte d’argento:
«se l’otturazione del foro nell’atrio riuscisse, il soggetto -vi informo-
sarebbe graziato. Cordiali Saluti a voi e alla vostra Gentile Signora.
Heil Hitler!»

Il foglio (…più quattro spaventose macchie di inchiostro) è agli atti.
Prova incancellabile

*

Col cero consacrato
al varco della notte:16 ottobre
Millenovecentoquarantaquattro.

Nelle gallerie dell’Istituto
di Anatomia di Strasburgo
si spengono le luci
si chiudono porte: Rallegriamoci
di essere riusciti a distruggere
le prove!

Ma la campana umida dei teschi
nel fondo della vasca
ha risuonato.

Letizia Leone ( Viola Norimberga)

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