Nebbie rivelatrici
Non velare ma rivelare è il mio mestiere:
nell’abbraccio umido di nebbie si raccontano
rami chiome scorze licheni ecosistemi.
Fin dove vedi tutto è mutabile,
dietro le mie corti si placa la differenza,
resta la sembianza pura e dura,
quella capace di trasmettere tensione,
quella che non ha ragione ma dovere,
l’essere senza volere.
Campane a morto
E’ la campana che suona
chiama di morte un fratello
spande il rintocco
nella pacata penombra
dove non c’è più nessuno.
Sottana bronzea che tuona
come di chiodi a martello
piange il batocchio,
e batte – magro d’ombra,
così ci chiama a raduno.
Ma dove passa la scure,
sicura, come una lama,
ciascuno trova paure
e perso ha
qualcuno che ama.
Bianca terra
Verrà il biancore di cigno
sulla grana spoglia del suolo
con ardore di cadmio
con lucente smeriglio
– senza rumore.
Darà allora sfoggio di sé
in cangiante coltrone
senza altro colore
senza torcere un ciglio
con allo sguardo
un velamen.
Nella sbiancante cateratta
ogni orrore umano resta
visibile nella trasluce
come l’immaginetta svilita,
la figura attonita
dell’innocente.
And when you shine on (Nulla in Mundo Pax Sincera, Vivaldi)
Da un letto sfatto
uno sguardo su un tetto
un grido di rondini,
la pace del piacere,
il non appartenersi.
Odore di corpo,
caffè esce nell’aria
su vicoli, quartieri
voci, pensieri,
piccole libertà
ritagliate di cielo.
Su una terrazza
tra i teli stesi
biancheria di amori finiti
per colpa dei doveri,
ed era solo ieri,
tanti anni fa.
La neve, le tartarughe
Si sente nel silenzio
il tonfo del singolo fiocco
sul pallore opaco
che veste il giardino.
Viene, ha tardato un poco
ma ora stringe la natura
in palmo, ridisegna
il contorno, ispessisce
il confine tra l’inverno
e quel mattino puro
di luce che spesso
conduce a pensare
lui ci voglia già
lasciare, il freddo.
Solo vero calore potrà
metterlo in fuga.
In fondo al parco
la tartaruga si è infine
messa a dormire,
le foglie ammucchiate
a fare alcova, la talpa
più non scava e tutto,
tutto nel gelo che riveste
ogni cosa, trova posa.
Anna Bertini
Anna Bertini è nata in Toscana, a Livorno e si è trasferita nel 1987 a Monaco di Baviera dove ha acquisito il Diploma in Educazione dell’adulto e quello di Lingua Tedesca. Si è dedicata per svariati anni all’insegnamento della lingua italiana per stranieri. Ha studiato Drammaturgia presso la Facoltà di Theatherwissenschaft della Münchner Ludwig Maximilian Universität. Ha frequentato il primo anno del Master in Tecniche della Narrazione e i corsi di Editing, Critica Musicale, e Scrittura per il Teatro presso la Scuola Holden di Torino (’94-’96). Dal 1996 al 2011 si è occupata di management culturale, fondando le due agenzie Bertini Art Networking e Joinopera. Ha curato le carriere di musicisti e l’organizzazione di eventi e spettacoli, collaborando con molte prestigiose istituzioni e personalità internazionali.Pubblica bimestralmente sulla rivista letteraria La Stanza di Virginia, e bisettimanalmente sul magazine dell’Associazione Onlus Facciunsalto Editori, dove è membro anche del Consiglio Editoriale. Sue liriche e racconti sono comparsi in svariate antologie ed ebooks, tra le quali citiamo il IV e VI numero de I Quaderni di Èrato, l’antologia Voci contro la Guerra di Onirica Edizioni, e quella Teorema del Corpo, Donne scrivono l’eros, FusibiliaLibri. Ha pubblicato per FusibiliaLibri la silloge “Profusioni” (nota editoriale di Adriana Gloria Marigo). Nel maggio 2016 le è stato assegnato il Primo Premio al Concorso Stratificazioni di Bologna in Lettere per un racconto dedicato ad Amelia Rosselli. In uscita la raccolta di racconti Duende, dedicata ad Antonio Tabucchi. Attualmente sta lavorando alla versione bilingue (testo a fronte tedesco) di “Profusioni” in stretta collaborazione con la Professoressa Anna Maria Curci e all’editing del suo primo romanzo. E’ socia ordinaria di EWWA, European Writing Women Association e membro di DVPJ, Deutscher Verband der Pressejournalisten.
“l’essere senza volere.” Un verso di grande attualità.
ti ringrazio dell’attenzione Lucio, che mi fa molto piacere