I poeti elegiaci greci: Callino

pelo

Callino, poeta elegiaco greco, era originario di Efeso. Contemporaneo di Archiloco, visse nel periodo in cui la sua città nativa e le altre colonie ioniche dell’Asia Minore erano minacciate dalle incursioni dei Cimmeri e dei Treri ( VII sec a.C.). Assistette alla caduta del regno frigio e all’incendio nella sua patria dell’Artemisio. Di lui restano pochi frammenti di elegie, in uno dei più famosi il poeta esorta i concittadini a difendere la patria contro gli invasori. Il tono dei quattro frammenti a noi giunti è parenetico ma vigoroso. Forte è l’imitazione da Omero.

1

Per quanto ancora ve ne starete inerti? Animo, giovani!
Così imbelli, non provate vergogna dei vicini?
Ve ne state sdraiati, come se ci fosse pace:
ma è la guerra ad occupare il paese intero.

Scagliate l’ultima lancia nel morire!
E’ onore splendido combattere i nemici,
difendere la terra, la sposa, i figli.
La morte verrà allora, quando le Moire
la fileranno. E dunque avanti
con la lancia in pugno, e sotto lo scudo
un fiero cuore, subito, al primo scontro.
Sfuggire a morte non è dato all’uomo,
neppure se immortale è la sua stirpe.
Spesso, se uno fugge la battaglia e il fragore
delle armi, tornato a casa lo raggiunge
il destino di morte: e non lo ama il popolo, non lo piange;
il prode, se muore, da umili e potenti è pianto.
Tutto il popolo rimpiange il valoroso,
e se vive viene chiamato eroe.
Come una torre appare ai loro occhi:
vale per mille, lui da solo.

2

Pietà per gli Smirnei…

2a

ricorda quante cosce di buoi
ti hanno immolato.

5a

Ormai il tremendo esercito dei Cimmeri avanza.

Callino

(traduzione di Marina Cavalli)

1 commento
  1. Scagliate l’ultima lancia nel morire!
    E’ onore splendido combattere i nemici,
    difendere la terra, la sposa, i figli.
    La morte verrà allora, quando le Moire
    la fileranno. E dunque avanti
    con la lancia in pugno, e sotto lo scudo
    un fiero cuore, subito, al primo scontro.
    Sfuggire a morte non è dato all’uomo,
    neppure se immortale è la sua stirpe.
    *
    Versi splendidi per l’ardore patriottico espresso da Callino, tipico del popolo greco.
    La meditazione sulla morte inevitabile per l’uomo, che appunto è detto “mortale”, è uno dei temi fondanti della poesia greca, lirica, elegiaca, tragica. Se poi essa giunge mentre l’uomo sta compiendo un atto eroico per la patria, la morte è persino bella, benché siano le Moire a stabilirne il “kairòs”.

    Giorgina Busca Gernetti

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