LA NEVE E’CALDA
Dimentichi troppo spesso
che è meglio avanzare
ascoltare nel frastuono
l’esatto lavorio dei venti
che, con un colpo d’ascia
e uno di brio,
cancellano i morti.
Dimentichi che è libertà
la mossa ingrata dei colletti bianchi
così, come quella dei selvaggi.
Hai detto “dopo” troppe volte
e il momento sembrava vero.
Ora piglia il tralcio sotto il letto
e certo avanza.
C’è tanto latte sopra i monti.
La neve è calda.
E’ UNA REGOLA CHE TUTTO MUTI
Muto, nel silenzio più assoluto
ascolto te che parli ai tarli.
E’ una regola che tutto muti.
E non par vero che il legno
con le piaghe in eccesso
sia regno, sia liuto.
IL CILIEGIO
Prima l’annuncio, poi il canto
poi forse la danza.
Ma cos’è che manca
in questo mezzogiorno
in questo notturno solare
dove neanche il male fa male
dove il bene si desta
per diventare fiaccola
lamina appena.
Non sa di fiaba questo luogo
non si coglie con la mente.
Manca forse il serpe
il siero, il melo.
O forse manca il ciliegio.
Luciano Nota
Tutte e tre queste liriche sono animate e attraversate dal quel “soffio vitale rigenerante che la poesia di Nota trasmette al lettore” di cui ha parlato Paolo Ruffilli. Grazie di cuore, Luciano! .
Sono superbe, le sento perfette nel loro andamento, nel peso calibrato, nell’intensità, Luciano, grazie, mi hai davvero offerto una carezza in poesia!