Altro cielo
disceso più opaco
dal cielo
dei nostri disadorni
mattini,
ci affolla
in un bacino d’ombra.
Altra luce,
di luce morendo,
ci scava l’animo.
*
Abbiamo voluto
dal principio
un arredo minimo,
appena sufficiente
per abitare, e le pareti
vuote – nulla
a violarne
con altra identità
il solitario
rigore – .
Scabra nudità
esposta
alla luce sontuosa
del mattino,
spalancata
all’occhio,
che la ripensa
materia purificata,
ne scava
ardui contenuti:
un senso duro
della vita.
*
Il bianco tepore
del braccio
poggiato dov’eri;
in sé discese lo sguardo,
che mi finge nel sonno,
mi trattiene
un’intima malìa.
Il tempo,
in cui ti vesti, accendi
l’aroma del tabacco,
pare consueto:
è come se
abitassi
da sempre io
il tuo destino.
E, se mi muovo
appena,
tu dici rimani
riposa ancora
un poco:
non è tardi.
Donatella Costantina Giancaspero
Coi suoi frammenti, Donatella C. Giancaspero ferma il tempo, magistralmente, in pochi segni. Poesia quasi pittura zen. Bravissima.
Scrive Jean-Paul Sartre ne L’etre et le néant:
«Il nulla, se non è sostenuto dall’essere, svanisce in quanto nulla e noi ricadiamo nell’essere. Il nulla non si può annullare che sulla base dell’essere; se del nulla può essere dato, ciò non avviene né prima né dopo l’essere, né, in senso generale, al di fuori dell’essere, ma nel seno stesso dell’essere, nel suo nocciolo, come un verme.»
La mia critica a questo passo è:
Ma il nulla non è affatto «sostenuto» dall’essere, e quindi quando noi siamo il nulla non può mai «svanire». Non c’è alcun bisogno di «annullare il nulla», perché noi siamo già prodotto del nulla. È come se il nulla annullasse se stesso. Il nulla è qui, in me, è figura dell’essere. E l’essere è qui, con me, è figura del nulla.
Per cogliere questo nesso in poesia, in arte, dobbiamo adottare e abitare la peritropè, (il capovolgimento) quale categoria essenziale del rivolgimento…
Il presente lo si trova in quanto non è un dato che si può pesare e misurare ma un «figurare» che si può solo incontrare-abitare. Il presente è un atto il cui fondamento è un abissale autoannullarsi di esso stesso atto, appunto in quanto l’atto non è un dato ma un immediato, appunto in quanto l’immediato è la figura con cui si dà l’atto.
Nella poesia di Costantina Giancaspero, il nulla si dà nell’atto, esclusivamente nell’atto, che poi è un altro modo di dire che si dà nel presente, che altro non è che una Figura del nulla, che costituisce la metafora silenziosa di tutta la sua poesia. Uno dei momenti più alti della nuova poesia della nuova ontologia estetica.