“Dottor Marx, storia di un umanista alle soglie del diluvio digitale“, è l’unica opera di Carlo Maria Steiner. Un romanzo drammatico, profondo come le acque del mare, pervaso da una sensibilità finissima e conturbante. Apparentemente decadente, ma in realtà classico. In cui tutto si corrompe emanando un profumo di vita. Un romanzo antico e modernissimo.… Continue Reading
Giovanni Orelli e il suo “allegro espressionismo”, di Maria Grazia Ferraris
“..sono Bubka che soffia,sbuffa/ in pista alla rincorsa per il salto con l’asta/ …Calandrino che nella corta buffa/ con le tre carte da un diavolo è giocato….Sono Arlecchino:/ tra calci in culo- aut aut- o schiaffi in faccia/ tertium non datur! Elegge la minestra; sono Caino/ randagio…Bertoldo diffidente…Socrate che al destino Santippe apre le braccia.”… Continue Reading
“Il ricordo”, racconto di Domenico Alvino
IL RICORDO Appena dietro la svolta, apparve la casa, uno spicchio tra i lauri, con una infilata verticale di finestre. Si rivide qui fermo, con le gambe paralizzate, e davanti a lui il fantasma della nebbia che avvolgeva gli edifici, si piegava in giù a cascata ad impigliarsi agli alberi dei giardini, mentre la luna… Continue Reading
“Il telefonino”, racconto inedito di Corrado Calabrò
IL TELEFONINO Con gli occhi ancora quasi chiusi tastò accanto a sé il letto matrimoniale. Nel dormiveglia aveva avuto l’impressione che ci fosse qualcuno nel letto, o almeno la sua impronta. Aprì gli occhi, accese la luce, fermò la sveglia: non c’era nessuno, naturalmente. Già alzarsi alle sei e mezza era una violenza; da qualche… Continue Reading
Nella spelonca dei preti è l’America di Pavese: “La casa in collina” elegge il collegio oasi pacifica nella burrasca autobiografica del conflitto, di Michele Rossitti
Spesso bisogna correre e scrivere con la fiala incapsulata nella penna per raggiungere a breve l’albergo Roma di Torino entro la fine dell’agosto 1950. Un Cesare Pavese quarantaduenne sente addosso che la vita non trova risposta, che se stesso non ha più senso dentro l’esistenza e cerca la scorciatoia per uscire da questo mondo in… Continue Reading
La crittografia delle emozioni: Giuseppe Pontiggia e la chiave d’accesso all’asciuttezza dei sentimenti forti, di Michele Rossitti
Garbo misurato e pacata attenzione misti a cautela nel formulare i giudizi all’occorrenza sanno farsi soavi e implacabili rasoi. Così la misura di Giuseppe Pontiggia, scomparso nel 2003, si colma nella narrativa, in articoli di giornale brevi e mantenenti rigore di saggio, secca concentrazione o aforismo. L’economia della frase è programmata, forse vocazionale per dissidio… Continue Reading
ROMA, L’ESTATE E GLI SCRITTORI, di Marco Onofrio
«Strugge forre, beve fiumi, / Macina scogli, splende, / È furia che s’ostina, è l’implacabile, / Sparge spazio, acceca mete, / È l’estate e nei secoli / Con i suoi occhi calcinanti / Va della terra spogliando lo scheletro»: con questi versi dal sapore intensamente barocco, scritti a Roma nel 1931, Giuseppe Ungaretti cattura la… Continue Reading




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