
Francesco Hayez, L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta, 1823
Un importante esperimento si sta attuando sui muri di Gavirate (VA) che a Fignano, il quartiere storico, ha già visto esempi popolari dell’arte del graffito: un esperimento di pittura murale, che è la pittura sociale per eccellenza, con una fruizione comunicativa immediata e popolare, che ha radici lontane nel tempo. Infatti lavora sull’immaginazione popolare e sulle conoscenze profonde più direttamente di qualunque altra forma di pittura, e più direttamente ispira le arti minori. L’esperienza italiana differisce molto dal fenomeno del muralismo nel resto del mondo, del centro America o dell’America del nord, caratterizzato da un più spiccato carattere popolare e da un linguaggio sostanzialmente meno intellettualistico, legato a retroterra culturali assai diversi dal nostro. A Gavirate ne stiamo vivendo una molto interessante, condotta da Andrea Ravo Mattoni, lo street artist varesino ben conosciuto, che sta lavorando in questi giorni con bombolette spray e braccio meccanico, sulla parete est della scuola elementare. Le tele dei grandi maestri e i muri delle periferie urbane, i pigmenti a olio e le bombolette spray, mecenati e sponsor sono un mix perfetto, quello che Andrea Ravo Mattoni mette in opera con l’ intento di divulgare l’arte, quella moderna, a un numero sempre maggiore di visitatori/passanti.
L’obiettivo esplicito è quello di creare un museo a cielo aperto, valorizzare, incoraggiare le visite, togliere il “timore” riverenziale di luoghi specialistici d’arte, considerati lontani dal popolo e dalla sua cultura, per riavvicinare i cittadini italiani al nostro strepitoso patrimonio culturale e per far crescere, con la conoscenza, la comune consapevolezza della magnifica storia del nostro Paese. Sta dipingendo L’ultimo Bacio di Giulietta e Romeo, opera del 1823, meno nota rispetto al Bacio-manifesto patriottico- del 1859, di Francesco Hayez (1791-1882), il pittore veneto che è massima espressione del Romanticismo pittorico italiano, nell’ambito del progetto ‘Recupero del Classicismo nel contemporaneo’, un’ enorme pinacoteca a cielo aperto che riproduca le grandi opere dei classici. Un progetto che sia anche la porta di ingresso verso i musei dove le opere originarie sono esposte. L’ultimo bacio è il primo importante tema letterario affrontato da Francesco Hayez, che si ispirò ad una novella cinquecentesca di Luigi Da Porto (“Storia di due nobili amanti”) e, soprattutto, alla celebre tragedia di William Shakespeare. Raffigura infatti una scena descritta nel terzo atto del dramma di Shakespeare.
ll dipinto, ( il cui originale si trova a Tremezzo sul lago di Como) impose Hayez come il caposcuola della nascente pittura romantica italiana, riscosse uno straordinario successo grazie alla novità del soggetto e del linguaggio pittorico, coniuga infatti l’attenzione per i particolari suggestivi descrittivi ambientali ( la pantofola di Giulietta, gli abiti dei protagonisti, l’arredo della casa) con un vivace cromatismo di derivazione veneta, melodrammatico, immerso in una luce morbida che si libera dalla tradizione accademica. Il Veneto prima, che insegna a Hayez la gestualità di Tintoretto, e i cromatismi dell’anziano Tiziano inseriscono l’opera nella tradizione della pittura veneta, da cui Hayez proviene, ma segna anche il passaggio a una rappresentazione della storia incentrata sulle passioni umane, che trovava nella Venezia romantica di Byron il palcoscenico ideale. Poi venne la Roma del Canova e la Lombardia di Andrea Appiani che costituirono i luoghi importanti di formazione e lavoro di Francesco Hayez . I quadri di Hayez assecondano in parte il gusto vicino agli influssi classicheggianti di Canova e Ingres, oltre a quelli dei maestri rinascimentali, in primo luogo Raffaello. Ma nei soggetti, Hayez propone temi moderni in contesti medioevali, ispirati alla storia nazionale, e inserisce chiari messaggi patriottici. Il grande successo di Hayez sta soprattutto nella sua piena aderenza alla cultura e alla mentalità degli italiani di quegli anni, ed è favorito dalle sue scelte espressive. Fu un artista poliedrico e audace, capace di mediare in modo originale tra la tradizione classica ben radicata in Italia e la nuova sensibilità romantica, tra realismo e immaginazione, tra sensualità e patriottismo risorgimentale. Hayez, non è certo un provinciale, e già nel periodo giovanile, conosce la situazione artistica contemporanea anche fuori dall’Italia, e oltre all’influenza di Raffaello, Tiziano e Veronese, e del contemporaneo Canova, è fortemente condizionato dall’opera dei pittori neoclassici in genere e di Ingres e di Gericault .
Andrea Ravo Mattoni ripropone IL BACIO in versione di murale, come pittura di grandi dimensioni dalla marcata connotazione ideologica e sociale, offerta al godimento della collettività. Chi è Andrea Ravo Mattoni ? varesino, (nasce a Varese nel 1981) è figlio d’arte (il padre Carlo era un artista di arte concettuale e comportamentale, illustratore e grafico, lo zio Alberto più noto come Matal è stato illustratore e creatore del personaggio Lillibeth, il nonno Giovanni Italo era un pittore e illustratore delle note figurine Liebig e Gavazza). Oggi è conosciuto ed apprezzato in ambito internazionale. Inizia a dipingere dal 1995 con le bombolette spry, poi via via frequentando importanti gallerie e fondazioni d’arte: è un pittore, un creativo, non solo uno street artist…. Vuole recuperare il classicismo insito nella cultura italiana, rendendo l’arte classica un’arte sociale. Il suo obiettivo è la creazione di una sorta di museo a cielo aperto, coinvolgendo il maggior numero di persone possibile e avvicinando le persone all’arte classica, rendendola democratica e fruibile. E certo non sceglie un’arte da sottovalutare. Dipingere un murales richiede molta preparazione, studio, attrezzatura, sforzo e attenzione ai dettagli, capacità di disegnare, conoscenza delle tipologie di vernici da utilizzare… Eccolo a dipingere muri dedicati a un ingigantito Caravaggio a Varese, in modo tale che le persone possano entrare all’interno del quadro e analizzarlo in ogni suo dettaglio, all’ aeroporto di Malpensa, riproducendo un’altra opera di Caravaggio, risalente al 1595-1596, intitolata Riposo durante la fuga in Egitto ed è reduce, da un’esperienza feconda al castello di Amboise, nella Loira, dove è sepolto Leonardo da Vinci e dove in occasione del cinquecentesimo della sua morte, ha riprodotto in ben cinque tele particolari di un dipinto di Francois-Guillaume Ménageot (1744-1816) raffigurante l’artista sul letto di morte. Si definisce per lo stile iper contemporaneo: usa colori nuovissimi per imitare gli storici colori ad olio, usando le bombolette spray, spesso viste dall’opinione pubblica sbrigativa solo come causa di vandalismo, e ha portato l’arte classica nelle strade. Il suo ultimo lavoro gaviratese (fortemente voluto dalla associazione culturale Amici di Fignano,con la collaborazione del Distretto Due Laghi e dell’amministrazione comunale) è illustrato dallo storico dell’arte Paolo Cova, consulente scientifico di documentari su Sky Arte , che lavora all’Università di Bologna (altro gaviratese di successo, noto ormai in ambito internazionale) che accompagna sia i passanti curiosi della comprensione dell’arte di Hayez, che gli studenti, che osservano il lavoro del noto artista, un writer che fa loro una lezione di storia dell’arte, e sa raccogliere e spiegare i legami con l’arte contemporanea , in particolare con quella originale di Ravo, amico e sodale.
Maria Grazia Ferraris