“L’inevitabile senso di amarezza e di latente abbandono che ci accompagna in questi paesaggi è riferito, nel sentiero dei paradossi così caro al poeta, ad un partner asessuato che si chiama vita; nell’evolversi della quale, sovente, il nulla assoluto viene inteso come il tutto. Quindi anche la morte… Ecco, Luca si toglie il berretto e si gratta il capo, sornione. Se ti guardo negli occhi / poi magari dimentico che devo morire. Si tratta di provocazione o constatazione dell’ineluttabile, ma quella che a volte ci aggredisce inaspettatamente nel testo? Lui indica le nuvole dipinte sulla scenografia. L’eternità non conosce poesia, la rigetta ad un necrologio scrostato, liso, / dal dire indeciso. E qui, in quanto regista, prima ancora che egli porga l’attenzione ad un foglio imprigionato sotto una pietra levigata, vorrei inserire un dolce stacco musicale di flauto armeno”.
Fabrizio Resca
Questo è un uomo che si è fatto da solo,
ha l’aria di essere bravo a educare i figli degli altri,
lo dice la barba, lo dicono quegli occhi abili
a destreggiarsi tra frettolose paia di scarpe.
Questo è un uomo che si è fatto da solo,
lo noti da come armeggia il cucchiaio nelle sere di brodo,
potrebbe essere padre comunque,
potrebbe non essere mai stato figlio,
nato per caso e per caso vissuto.
Lo noti dal piatto pulito alla fine di un pasto
che quest’uomo non lascia tracce,
quanto l’ultimo treno perduto.
Inesistenza
Il mondo perfetto non indossa scarpe
tu sai come si allatta la carne
brandendo la vergine chioma.
Il mondo perfetto non conosce preghiera
tu sai come riposa l’amore
tra l’anestesia di un dolore.
Il mondo perfetto non rincorre il tempo
tu sai come un veleno recita il sogno
ma non c’è più un tempo per dormire.
Il mondo perfetto non usa il futuro
tu sai come arrivare al cielo oggi
senza vendere l’anima del progetto.
Elementi
Il vento non poteva sapere dell’inganno nelle tue parole,
non le avrebbe mai fatte respirare a me.
L’acqua non poteva sapere dell’inganno nelle tue parole,
non le avrebbe mai fatte bere a uno come me.
La terra non poteva sapere dell’inganno delle tue parole,
non mi avrebbe lasciato calpestare da una come te.
Il fuoco, forse, poteva sapere dell’inganno nelle tue parole,
lui che ha bruciato tutto il tempo passato ad aspettare te.
Luca Gamberini
Luca Gamberini è un poeta bolognese di nascita e centese di adozione. Ha pubblicato Come un cane, con un cane… Fogli sparsi inseguono la saggezza delle vele (Poesia – 2008, Montedit) e Racconti per bambini adulti (Narrativa – 2013, Lettere Animate).
L’ha ribloggato su Paolo Ottaviani's Weblog.