A Napoli – dopo il manierismo romano e toscano diffuso dal cavalier d’Arpino, dal Vasari – il Caravaggio portò una ventata liberatrice. Al formalismo e alla maniera subentrò lo studio del vero e delle luci. Il primo a rinnegare il vecchio insegnamento per il nuovo fu Gian Battista Caracciolo detto il Battistella (Napoli 1578-ivi 1635). Nella Liberazione di San Pietro dal carcere (1608-1610), a Pio Monte della Misericordia in Napoli, egli mostra completa adesione alle innovazioni del maestro. Dal fondo scuro emergono San Pietro e l’Angelo nell’atto di un esodo silenzioso. La luce carica di riflessi la tunica del messo celeste, sfiora la faccia delle guardie. Dopo il 1620 il Battistello si volge ad altre fonti, forse nella ricerca di una più coerente composizione formale. La sua Lavanda dei piedi (1622), alla Certosa di San Martino in Napoli, sembra attingere alla scuola dei Carracci e a personali nostalgie cinquecentesche.

Il Battistello, Liberazione di San Pietro dal carcere, 1608-1610

Il Battistello, Lavanda dei piedi, 1622