Il buio il poeta lo scruta in tutte le sue fattezze. Ovunque immagini angosciate e sfinite, spezzate solo momentaneamente. Il reale e l’immaginario si fondono. Se da un lato tutto sfuma, dall’altro tutto rinasce; è già pronto per domani. Il vissuto è liso, certo, consunto, ma è proprio in quel che viene indebolito che d’improvviso una mano si muove, raccoglie con cura i semi del passato. E da quei semi fioriscono brividi e momenti ventilati di un amore.
Notturno
Le strade sono piste di rullaggio
divaricate in ogni direzione.
Furtivo come un topo allo scoperto
l’ultimo autobus cerca il suo garage.
Ronfano i gatti egoisti, acciambellati;
cercano i vecchi di ghermire il sonno.
L’altra notte il limone s’é spezzato
i frutti aggravavano il ramo
come grava la testa sul collo.
Dolce è il tuo unguento, fosse anche scaduto:
tengo il viso affondato nel tuo seno
le tue mani mi spalmano sul capo
il lenimento del tempo vissuto.
Corrado Calabrò
(Una vita per il suo verso – Poesie (1960-2002), Oscar Mondadori)