OTTOBRE A MILANO
Ottobre deve anche entrare
nella mente, lasciare indietro
scordare un poco i gorghi di sole.
Ottobre deve passare
tra le piogge che scuotono la pelle
ancora abbronzata e i primi ombrelli
lasciati sulle scale.
Ottobre è un segno dell’anno
un transito che devi valicare
e non fa male lasciarlo entrare
nel naso nella gola nei pensieri
ora che è presto notte.
Ottobre è un dislivello
un’ascesi da prendere
coi primi cibi caldi
una penitenza dolce
l’attesa del tram 9 bagnato
sfrecciato sulle gocce
di dentro già illuminato.
Roberto Taioli
Ottobre mese che annuncia la nuova stagione che “deve anche entrare/ nella mente”: è la stagione dell’attesa: il transito. Questo mi sembra il messaggio poetico ricco di richiami filosofici di questa lirica “sospesa”, un’attesa che si attua nella coscienza, nel quotidiano, nella penitenza della vita. L’attesa come la concepiva Saba: il tempo addomesticato, l’inevitabile ricaduta nella interiorità, nel quotidiano della nostra attesa, nella (pensata) fuga (pioggia, buio, cibo consolante) a sorreggere il ricordo del passato … emozioni con noi: la tristezza, il dolore, le gioie che si agitano nell’animo nostro a seconda dei mesi, dei giorni, delle ore, del nostro andare al domani. Mentre il tempo scandito dalla clessidra trascorre, conta la nostra attesa interiore. Bergson lo identificava nel tempo reale in cui attendiamo che la zolletta di zucchero si sciolga. Ha bisogno di una durata per svolgersi ed è quello che possiamo e dobbiamo assaporare!
E’ questa la valida intuizione del poeta Taioli: una ricchezza della nostra vita.
M.G.Ferraris