La composizione di questo meraviglioso canto va assegnata al triennio 1819-1821. Con tocchi dolci ed estrema delicatezza, Leopardi rappresenta la chiara e tranquilla notte succeduta ad un giorno solenne; probabilmente, alla medesima festa di San Vito protettore di Recanati che il poeta ricorda nel Passero solitario. Certo, si ode riecheggiare una bella similitudine omerica (Iliade,… Continue Reading
Il paesaggio sonoro nella scena autobiografica leopardiana. Luci e suoni del sogno memoriale, di Gabriella Cinti (seconda parte)
LA DANZA DELLA MEMORIA E DELLA LUNA Vi è una sorta di danza di ricordi che si allaccia e si insegue sul filo di una memoria danzata come la fuga di stanze della casa paterna, i temi sono amplificati, ma tutta la poesia respira di un ritmo di danza, che culmina nella danza… Continue Reading
Il paesaggio sonoro nella scena autobiografica leopardiana. Luci e suoni del sogno memoriale, di Gabriella Cinti (prima parte)
LA SCENA FAMILIARE L’autobiografia leopardiana attinge a una zona di infanzia psicologica che accompagna il poeta, in cui si forgia quella tensione all’assoluto del piacere, come solo in questa epoca della vita si percepisce, che lo porta a una sensibilità esasperata sia costituzionalmente, sia perché respinta nel suo bisogno di affetti da un recinto… Continue Reading
I MAESTRI: Arnoldo Foà legge “La sera del dì di festa” di Giacomo Leopardi
LA SERA DEL DI’ DI FESTA Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna. O donna mia, Già tace ogni sentiero, e pei balconi Rara traluce la notturna lampa: Tu dormi, che t’accolse agevol… Continue Reading
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