“Anna Maria Curci (germanista, studiosa e poetessa tra le più talentose, risolte e risolute della propria generazione), ha la forza e la tempra di queste scritture che combattono e non intrattengono, si spendono ma non oziano idee; insomma caparbiamente s’immolano a consacrare e duellare per una consapevolezza che non arretri o ceda di fronte ad alcun sopruso, nessuna ignobile sopraffazione: anzitutto linguistica, percettiva, culturale (si legga NASDAQ). Nuove nomenclature è quindi libro di battaglia, codice d’onore in nome della sorveglianza, del controllo mentale, della religione disattesa e tradita del proprio tempo”.
Dalla prefazione di Plinio Perilli
“Il senso recondito che muta impercettibilmente il punto di vista è catturabile in tutta l’opera; occorre però scendere nel sottosuolo della lingua-radice, affrontando le stalagmiti del derma profondo del tessuto retorico. Un universo bambino, alle origini arcaiche della comunicazione, crea farciture di analogie, di sinestesie. Lontani parenti delle similitudini e dei tessuti metaforici all’interno di un clima che addiaccia le parole senza forma e senza peso”.
Dalla postfazione di Gianfranco Fabbri
ASSETTO
Lo montano e lo smontano.
Finanziario economico
arranca e non demorde
(arraffa ed è concorde).
Ribassato, sportivo,
di vetture da fiera
la parata lo afferra:
ed è assetto di guerra.
RIGORE
Mascherato da gelo di stagione,
intabarrato avvinghia chi è sguarnito
di rostri d’ordinanza e sottobanco.
Arretra, invece, il suo sosia antico,
decidua si è fatta la chioma irsuta
di affievolita voce nel deserto.
Sono crollati i muri di vergogna?
Da oltre cortine di ferro il contagio
si è sparso, il ghigno mescola le carte.
UNDICI SETTEMBRE
Acquerello di Klee, tu guardi ancora.
Su ricorrenze amplificate taci.
Dipani la matassa dell’oblio.
Arrotolato e stretto, unico sei
rimasto folle antidoto alla fuga,
azzardo e rischio sul confine ispano.
A quale dei Santiago ti rivolgi?
Sguardo sollevi e immemori soccorri
al manifesto undici settembre.
NOTTETEMPO
Nottetempo il principio di realtà
ha preso a schiaffi il vecchio desiderio.
Il malmenato, a schiena contrapposta,
ha bofonchiato: non sporgo rinuncia.
LEGGENDO “OSCURATO” DI CELAN
E’ ben strana la fune. Sembra tesa,
pelle d’asino lì lì per scoppiare.
Poi da un lato forma un cappio a sorpresa
dall’altro finge piena mansuetudine.
Prende corpo la vera solitudine
irretita da inganno di bocciolo.
Amnesia dei protervi? Improntitudine
anche soltanto pensarne la tregua.
Anna Maria Curci è nata a Roma, dove vive e insegna lingua e letteratura tedesca. Scrive sul blog Cronache di Mutter Courage, su Unterwegs/In cammino, su Lettere migranti ed è redattore di Poetarum Silva. Suoi testi sono apparsi in riviste (“Journal of Italian Translation”; “Traduttologia; “Chichibìo”; “Il 996″), nelle antologie La notte (Roma 2008), Oltre le nazioni (CFR, Rende 2011), Cuore di preda (CFR, Rende 2012), nei blog La dimora del tempo sospeso, Cartesensibili, Neobar, La poesia e lo spirito, La presenza di Erato e sul sito Poeti del parco. Nel 2011 ha pubblicato la raccolta Inciampi e marcapiano; dal 2012 è nella redazione della rivista trimestrale Periferie, diretta da Vincenzo Luciani. Dal 2014 cura per il sito Ticonzero la rubrica aperiodica “Il cielo indiviso“. Del febbraio 2015 è la sua seconda raccolta di poesie in volume, Nuove nomenclature e altre poesie, L’arcolaio.
In questi tempi cupi, grigi di cultura e opachi di corruzione, la parola di A. Maria Curci affilata e sonora costruisce reti di significato che interrogano il lettore e lo costringono a meditare oltre la superficie degli eventi. Parole che costruiscono versi essenziali che non lasciano scampo a ciò che non sia gioco intellettuale e giudizio critico sul presente. Arguzia e competenza linguistica schiudono algide metafore.
Rosaria Di Donato
Un vivo ringraziamento a Luciano Nota per aver pubblicato qui una scelta di testi da “Nuove nomenclature e altre poesie” e a Rosaria Di Donato per la sua lettura.
Anna Maria Curci
Ironia, cultura profonda e accuratezza linguistica, che si associa all’essenzialità dei versi, caratterizzano lo ‘sguardo gnomico’ e il rigore poetico delle poesie di Anna Maria Curci, che in questa bella opera ci offre il suo acuto punto di vista sul mondo e i suoi accadimenti.
Complimenti.
Monica
Ringrazio molto Monica Martinelli per la sua lettura di “Nuove nomenclature e altre poesie”. Le sue parole mi giungono come invito a confrontare punti di vista su storia e poesia. Grazie
Anna Maria
Anna Maria Curci mette in scena , in modo finalmente dichiarato, il “teatro” del mondo , del soggetto che fa esperienza del mondo e la descrive . “Finalmente”, perché la circostanza è ormai più che rara tra le autrici della sua generazione . In uno con la levigata espressività dei suoi versi credo che questo gli faccia onore .
Grazie
leopoldo –
Grazie, Leopoldo Attolico, per la lettura attenta ed espressiva delle “Nuove nomenclature e altre poesie”. Un saluto affettuoso,
Anna Maria
Ogni sfumatura nei testi di Anna Maria Curci è frutto di intuizioni profonde, di un felice connubio tra emozione e pensiero e di uno spirito ricco di sensibilità e intelligenza.
Maria Allo
Maria,leggere le tue parole è motivo di gioia e invito a proseguire la ricerca. Grazie!
Anna Maria