“La scala”, poesia inedita di Luciano Nota

scaletta

Non sono fatto d’azzurro
neppure di rosa.
Sono ancora legato a una scala
fatta di pioli e di vuoti
un insieme di solchi
che cremano l’atrio
il puntello.
Di continuo sento
il crepitio stordito del legno
del cibo ammassato
sul terreno.
Mi chiedo quale vento
possa io inalare
nel lanciare la spalla
il corpo intero
sotto l’oro del vuoto
lasciandomi stendere
nel gorgo dell’inerte.

 

15 commenti
  1. Avatar di Pina velluzzi
  2. Avatar di almerighi

    non me ne volere, Luciano, tu sei un vero Poeta io no, però secondo me i primi due versi andrebbero tagliati, mi ricordano tanto certe dediche che mia figlia e le sue amiche si facevano sui 16 anni (non sono di whisky nè di caffè, o giù di là) e non riesco nemmeno a inquadrarli nel prosieguo del messaggio poetico. Dal terzo verso in poi è un ottimo pezzo. Scusami l’irriverenza, ciao

  3. Avatar di Luciano Nota

    Caro Flavio, ben vengano le critiche e i consigli. Ti posso solo assicurare che i primi 2 versi sono per me importanti, appartengono alla mia essenza, chi mi conosce sa cosa voglio dire. Ti saluto.

  4. Avatar di Michele Rossitti

    Affascinante a partire proprio dai primi due versi, richiamare a un orientamento dove non c’è nulla di più prezioso per l’ uomo perché davvero appartiene all’intima essenza, quel dono, “né azzurro né rosa”.
    E’ una vera e propria veggenza rimbaudiana in grado di cogliere e stabilire nuovi rapporti tra le cose, sprofondare nelle loro voragini ed essenzialità, sopra e sotto, tra gli interstizi di una scala, in cui esse appaiono e scompaiono all’occhio normale. Nasce da qui l’uso del vocabolo asciutto, sensibile alla musicalità, allusivo e sincero della propria condizione, il bisogno di accettare la vita seppur con angoscia e dubbio.

  5. Avatar di Giorgina Busca Gernetti
  6. Avatar di Paolo Ottaviani

    Pur noscendolo personalmente, “sento” che ha ragione Luciano: i primi due versi sono insostituibili, oltre che magnifici. E tutto il resto della poesia, sospesa tra realtà e metafisica, poggia su quell’incipit e ad esso in fondo ritorna nella bellissima chiusa, “oltre l’oro del vuoto”. Complimenti, Luciano!

  7. Avatar di Paolo Ottaviani
  8. Avatar di nazariopardini

    Poesia chiara, immediata, avvolgente e coinvolgente quella di Luciano, in cui l’andare ondulatorio del verso coi suoi metaforici richiami segue gli impulsi emotivi cresciuti sugli interrogativi del vivere. Sulle questioni dell’essere e dell’esistere: una scalata che Luciano si azzarda ad affrontare con scarpe chiodate per ben arrampicarsi, pur chiedendosi: ” … quale vento/ possa io inalare/ nel lanciare la mia spalla/ il mio corpo/ oltre l’oro del vuoto/ lasciandomi stendere/ nel gorgo dell’inerte”.
    Saluti
    Nazario

  9. Avatar di fabiolacovara
  10. Avatar di Pasquale Balestriere

    Dopo una rivendicazione di umanità, profonda, alternativa, inquieta (e inquietante) dei primi due versi (necessari!) , una polisemica scala lancia nell’aria i suoi grappini d’arrembaggio, suggestivi e allusivi, ad agganciare le sensibilità più diverse e a provocare le più diverse risposte. Perché una cosa è certa: a fronte di un linguaggio così deragliato, ogni lettore è convocato ( e abilitato) ad una sua personale esegesi che potrebbe essere anche lontana dalle intenzioni dell’autore di questo testo poetico che di certo incuriosisce e coinvolge.
    Pasquale Balestriere

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