Tre poesie di Gian Pietro Barbieri da “Inventario”, 2008

inventario-beni-mobiliDal confronto con la realtà e dalla sua esperienza di vita, comprese le delusioni, le sconfitte e le frantumazioni ( ” T’informo: divento frammento”, ” assediato da me, da me assediato”, “Decostruito e moltiplicato nella mia individualità”) Gian Pietro Barbieri esce con la volontà di dare testimonianza delle aporie del mondo attraverso la poesia. Una poesia che è volta ad opporre il segno della ragione non solo e non tanto alla crudeltà degli uomini e delle loro azioni, ma alla sordità indifferente e alla miopia egoista. Al di là delle apparenze, non è poesia engagée alla maniera del così detto neorealismo. . Se mai, si dovrebbe parlare piuttosto di poesia civile, cioè di un discorso che contempla e comprende la denuncia di un processo di contaminazione, di inquinamento, peggio di decomposizione, della natura e dell’uomo. A partire da quella spontanea vena speculativa dell’autore iscritta in una quotidianità che si serve di tutto e di tutti, che sa recuperare e spremere a suo vantaggio qualsiasi prassi e fantasia, e con la bravura delle sottolineature nell’ampia gamma delle sfumature dell’ironia con cui si compie questo originalissimo Inventario, non a caso della Disintegrazione (dei luoghi e delle persone), scritto per denunciare i deragliamenti ma composto intanto anche per ” sognare lontano”.

Paolo Ruffilli

LA PESCA

Luccica irretita dal conservante
la buccia di una vecchia pèsca chiusa
nella mia cella frigorifera
incorruttibile e già evasa da sé, pura psiche
in un’altra dimensione, un’altra vita;
la osservo pietosamente, già altrove, anch’io
al buio luccicante d’inquietudine

amo questa pèsca di un amore fraterno
lei è già andata avanti, oltre;
la stringo, per scaldarla, per rievocare il suo profumo
per spogliarla, per toglierle quel mantello di ghiaccio
che ancora la tiene prigioniera della sua immagine

TI HO LASCIATO ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA

Ti ho lasciato alla scuola dell’infanzia
era gennaio
la brina conservava il tuo sorriso
nel sole indifferente

mi sono sentito tradito e traditore
mentre un altro cerchio
si aggiungeva al tronco
un altro cerchio svaniva nell’acqua
dopo aver lanciato il sasso

FILM

Prato
non ho tempo
ma andando
ti ho visto come rapito
con le valigie d’erba medica
allineate nel senso della trebbiatrice
e prima che anche quell’immagine parta
per quel famoso luogo sconosciuto
in te mi sono perduto per un istante
e volevo dirtelo, rappresentartelo
affinché anche tu sappia
che sei stato importante
per me, per la mia giornata

Non ho tempo
ma andando ricordo il tuo colore
come il saluto timido, impacciato dell’emigrante
e mi chiedevo se quella non fosse
che la replica di uno sguardo già passato

Gian Pietro Barbieri, nato a Treviso nel 1965, vive a Maserada sul Piave. Cofondatore del gruppo “LaDuraMadre” – nucleo resistenza Poesia” attivo sul fronte della diffusione poetica attraverso letture pubbliche in ambiente ( boschi, grotte, zone industriali, ecc.), ha pubblicato una raccolta “Persistere” (Campanotto – 2004 -) e una silloge in antologia per la rivista POIESIS.

Lascia un commento

Lascia un commento