Note per la lettura Il dialetto è quello parlato a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari. Le e senza accento si leggono alla francese, cioè mute, escluso le e con accento grave o acuto e le congiunzioni.Gli accenti sulle altre vocali servono per facilitare la lettura. …e u timbe scuorre Tridece tanne… na da mangiò pone tuste!… Continue Reading
Francesco Granatiero, “La chiéve de l’ùrte”, Edizioni Interlinea – 2011, letto da Dante Maffia
La chiéve Me lu deciste appéne arrevéte alla irótte, ca sté sótte la cénere. Mó, tatà, a nnòtte a nnòtte, nde pòzze addummanné la chiéve addónne sté, se sté sótte la cénere. Pochissimi poeti della neodialettalità sono stati così costanti nel perseguire un loro discorso poetico serrato e circostanziato come ha fatto Francesco Granatiero ed… Continue Reading
Alcune poesie di Paolo Ottaviani da “GEMINARIO”, Edizioni del Leone, nota critica di Paolo Ruffilli
La poesia di Paolo Ottaviani, ha una colloquialità fluente, favorita anche dall’uso del dialetto (un idioma medievale umbro-sabino, secondo la definizione dello stesso autore) che influenza l’italiano da cui è a sua volta influenzato, nella spirale delle due correnti parallele di questo libro. Tale straordinario dialetto non ha niente di casuale o di esotico, ma… Continue Reading
Roberto Taioli ricorda Marco Gal
Mancato il 22 gennaio, Marco Gal ( 1940-2015) lascia un vuoto dolente in quanti lo hanno incontrato e conosciuto attraverso la sua poesia. In quanti, come me, lo hanno frequentato e si sono abbeverati alla sua disarmante e sconfinata umanità trasfusa nella levità della sua poesia. Nativo di Aosta, ha dedicato la sua vita allo… Continue Reading
Dante Maffia legge il Canto XIII dell’Inferno di Dante Alighieri
Nessun poeta mai mi ha intimorito e reso quasi impotente alla scrittura se non Dante e mi ha molto consolato apprendere , in tempi recenti, che lo stesso effetto ha prodotto su Osip Mandel’stam che, una volta liberatosi dal timore riverenziale, anzi dallo stordimento, è entrato nella Commedia con una profondità che nessun dantista mai… Continue Reading
Dodici poesie da ” Salernitudine” di Ennio Abate
La città presepe O’ surde abitava uno scantinato a piano terra senza servizi igienici. Prima dell’alba lo si sentiva sollevare con un gancio il tombino di ghisa della fogna appena costruita e versarvi dentro il suo bidone di liquami. La porta dello scantinato dava direttamente sulla strada ed era quasi sempre aperta. Chi passava lanciava… Continue Reading




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