Cinque poesie inedite di Roberto Taioli

GLI AUGURI CHE MANCANO

Gli auguri che mancano
sono alberi spogli sul viale
lambiti da piccole gocce di pioggia.
Sono fuori casa,
altrove o forse
non verranno
con i soliti annunci d’oggi.
Non telefono o mail,
non c’erano,
e loro sapevano solo
il gesto della parola.
Poi anche questa mancò.
Bisogna correre
nello speco
ove tutto risuona
in un silenzio.

I TRENI

Due bambini guardano i treni.
È la prima volta da quando sono nati.
Sono gemelli, maschio e femmina
e sembrano sentinelle al lungo sferragliare
della locomotiva. Ma non vi saliranno
troppo piccoli ancora per questa impresa.
Non parlano, guardano lo scalo desolato e vuoto
dove gli scambi fermi sembrano
pietre miliari della vita.

FOGLI COMPATTI A QUINTERNI

Fogli compatti a quinterni
come nei tempi della scuola
raccolgono pensieri, svariati fiori
ora spenti d’inverno.
Si correva con essi sottobraccio
al compito di greco
prendendo gli spigoli delle strade.
San Lorenzo guardava
e benediceva.
Sono diventati diario della mia vita
lungo i ponti dei decenni.
Non so che dire se leggo indietro.
Non so che dire se guardo avanti.

IL CALENDARIO DAVANTI

Il calendario davanti
porta date, santi, feste
e sempre la stessa strada
da domenica a lunedì.
Mi insegue da tempo,
non si stacca mai dalla mia vita
neppure quando parto.
Un altro prende posto uguale nel mio
correre nei giorni. Sempre ante.
Un calendario all’indietro
non esiste.
Si può fare solo
nei templi della mente
ove memoria celebra
i suoi riti scongiunti non più allineati
sulla carta.

GIA’ ALLORA JOLANDA WAGNER

Già allora Jolanda Wagner
aveva i capelli bianchi raccolti
a retro come un nodo. Rivedo
la stessa casa cinta dal verde della piazza
silenziosa in quell’angolo distante
dallo scorrere del tram.
Sicuramente non lo sentiva passare
col numero 23 d’allora
assorta al piano che di suono
infolta anche la via.
Dove sei passata resti
come la musica così dolce
uscita dalle esili mani di maestra.
Il fioraio indugia al chiosco senza fine
gardenie, rose, ciclamini, garofani,
sosta silente anche nelle giornate di nebbia
o se il pallido sole s’infiltra tra i rami
scarni d’autunno. Tu passavi
a passo dritto la piazza
verso la scuola.

Roberto Taioli

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