Vittorio Gassman legge “L’infinito” di Giacomo Leopardi

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Pietro Annigoni (1910-1988) – Oltre l’infinito

L’Infinito è il XII Canto di Giacomo Leopardi composto a Recanati nel 1819. Negli Idilli composti tra il 1819 e il 1821 scompaiono i temi civili e filosofici e i richiami alla felice antichità, per cedere il luogo ad effusioni dirette e confidenze autobiografiche. L’endecasillabo sciolto, che è il metro comune a tutti questi idilli, vuol rendere con la sua libertà ritmica la vita sentimentale del poeta. Questi caratteri sono facilmente riconoscibili nei due “piccoli idilli” più famosi: l’Infinito, abbandono a una visione interiore di infinito spaziale e temporale; e Alla luna composto anch’esso nel 1819, prezioso godimento del piacere del ricordo, che supera la tristezza delle cose ricordate. Leggiamo ed ascoltiamo dalla voce di Gassman questo gioiello della poesia italiana.

 

L’INFINITO

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi

 

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